La Messa di ringraziamento per i nuovi santi

Condividiamo volentieri questo articolo del nostro fratel Oswaldo uscito sulla “Gazetta di Foligno”.

Lo scorso 15 maggio papa Francesco ha proclamato, in piazza San Pietro, dieci nuovi santi tra cui Charles de Foucauld il Fratello Universale.

Domenica 19 giugno, solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, nel pomeriggio, è stata celebrata, nella cattedrale di san Rufino ad Assisi, la Messa di ringraziamento presieduta dal vescovo, mons. Domenico Sorrentino, perché, nelle diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e Foligno sono presenti religiosi e religiose appartenenti a istituti o comunità che seguono la spiritualità di cinque dei nuovi santi: S. Maria Francesca di Gesù Rubatto; S. Maria di Gesù Santocanale; S. Maria Domenica Mantovani; S. Charles de Foucauld e S. Titus Brandsma.

Mons. Sorrentino, durante l’omelia incentrata sulla Eucaristia e la vita eucaristica dei santi, ha sottolineato la necessità di rendere davvero grazie a Dio per la testimonianza dei fratelli e le sorelle che hanno vissuto in maniera eroica la loro fede, soprattutto in questo periodo di desertificazione spirituale: «La santità è il frutto più bello della Eucaristia», in quanto: «i santi hanno visto in essa la sorgente inesauribile dell’amore di Dio». I santi hanno compreso che «la santità è il sogno di Dio su ciascuno di noi», ecco perché la Chiesa ci ricorda sempre la chiamata universale alla santità; non c’è tesoro più grande che «vivere solo per Lui», nella vita quotidiana, nei piccoli e nei grandi avvenimenti della vita, anche nelle difficoltà, perché, «nella spogliazione nasce sempre qualcosa di grande»… 

Il Vescovo ha concluso ricordando a tutti, consacrati e consacrati in primis, che «l’Eucaristia è il segreto del nostro cammino» alla sequela di Gesù.  

Per quanto riguarda San Carlo de Foucauld, in Umbria sono presenti fin dagli anni 50 del secolo scorso le Piccole Sorelle di Gesù ad Assisi, i Piccoli Fratelli del Vangelo a Spello e i Piccoli Fratelli di Jesus Caritas a Foligno.

Charles de Foucauld, sacerdote della diocesi di Viviers in Francia, dopo una giovinezza trascorsa nell’indifferenza religiosa, a 28 anni riscoprì la fede cristiana della sua infanzia e iniziò un lungo itinerario spirituale: andò alla ricerca della volontà di Dio seguendo le orme di Gesù di Nazaret. Guidato dal padre spirituale e sostenuto da alcuni suoi familiari, decise di diventare monaco trappista in Francia, ma fu presto trasferito in Siria dove rimase circa sette anni; alla vigilia della professione religiosa perpetua ottenne l’autorizzazione per vivere da eremita a Nazaret; dopo tre anni trascorsi in Terra Santa, nel 1901, tornò in Francia per prepararsi all’ordinazione sacerdotale,

dopodiché trascorse gli ultimi 15 anni della vita del deserto del Sahara vivendo la quotidianità in mezzo alle tribù sahariane, in particolare tra i Tuareg, per annunciare il Vangelo, «non con la parola, ma con tutta la vita». Il 1° dicembre 1916, nel contesto della Prima guerra mondiale, fu ucciso da un gruppo di predoni che volevano saccheggiare la sua casa: morì in solitudine, lontano dalla sua terra natale; è passato «silenziosamente, come un viaggatore nella notte».

Nel contesto della festa odierna desideriamo sottolineare la centralità della Eucaristia nella vita di san Carlo de Foucauld. Una parte consistente dei suoi Scritti spirituali riguarda la sua preghiera silenziosa davanti a Gesù eucaristia, quella amorevole conversazione col “suo” Beneamato fratello e Signore Gesù. Quando Charles decise di andare nel deserto tra le tribù musulmane, «per annunciare Gesù a chi ancora non lo conosceva», tra i suoi mezzi di evangelizzazione primeggiava la presenza dell’ostia santa… All’indomani del suo assassinio, i militari francesi giunti sulla “scena del delitto” trovarono, sepolto nella sabbia, il piccolo ostensorio contenente l’ostia consacrata: «Il giovane capitano De La Roche – scrive Bruno Ferrero nel suo simpatico contributo illustrato per i giovanissimi –, lo raccolse con rispetto, lo pulì e lo avvolse in un panno. Quando arrivò il momento di lasciare Tamanrasset, prese il piccolo ostensorio, se lo mise davanti sulla sella del cammello e percorse così i cinquanta chilometri che separavano Tamanrasset dal forte. Questa, nel Sahara, fu la prima processione del Santissimo Sacramento». Parole semplici che fanno comprendere che Gesù e Charles sono rimasti uniti sino alla fine.

Charles de Foucauld non è un fondatore di vita religiosa nel senso classico del termine, come san Francesco o sant’Ignazio di Loyola, tuttavia la sua vita donata per mezzo della preghiera, la fedeltà alla vita quotidiana, le relazioni vissute fraternamente con tutti e, soprattutto, la ricerca appassionata dell’imitazione della vita di “Gesù a Nazaret” fecero di lui quell’immagine evangelica della luce che non può rimanere nascosta: «Voi siete la luce del mondo… Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli» (Mt 5, 13-16); oppure il versetto tanto amato dallo stesso Carlo de Foucauld: «Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto» (Gv12, 24-26). Tali frutti sono spuntati dalla sabbia del deserto dopo la morte di fr. Charles di Gesù, infatti pian piano sono nate diverse esperienze di vita cristiana che seguono la spiritualità di Charles de Foucauld, la “spiritualità di Nazaret”. Al giorno d’oggi i “discepoli” del Fratello Universale sono un insieme di realtà ecclesiali approvate dalla Santa Sede nota come la Associazione Famiglia Spirituale di Charles de Foucauld.

In preparazione alla canonizzazione del Fratello Universale, all’Abbazia di Sassovivo è stata allestita una mostra biografica permanente. “La Vita di Charles de Foucauld” arricchisce il salone, che già custodisce quella fotografica su fratel Carlo Carretto (1910-1988), preparata, questa, dall’Azione cattolica italiana qualche anno fa.

È possibile visitare l’Abbazia dal mattino presto fino all’imbrunire, in orario continuato.

L’ingresso è gratuito e le visite – numerose! – molto gradite.

Oswaldo Curuchich jc