Sono stato recentemente in Guatemala e, come al solito, avrei diverse cose da condividere con gli amici, soprattutto quelle che hanno a che fare con l’amicizia. Questa volta vorrei raccontare l’incontro tra un gruppo di excompagni di scuola e “vecchi amici”.


Abbiamo studiato insieme al Colegio Seminario San José (ecco il patrocinio di san Giuseppe!), collegio diretto dai padri Benedettini, una missione dell’Abbazia di Marmion (Aurora, IL – USA), prima a Sololà e oggi a Quetzaltenango. Dalla fondazione negli anni ’60 fino al 1991 il San José accolse numerosi giovani provenienti da ogni parte del Guatemala e alcuni dai paesi del Centro America. Nel 1992 i Benedettini si sono trasferiti più all’occidente (Quetzaltenango) e così il nostro piccolo gruppo (dieci in tutto) è stato il primo a concludere il Liceo nella nuova sede.

Tutti noi che, pian piano, cominciamo a tirar fuori i capelli bianchi sappiamo quello che significa concludere un periodo fondamentale nella vita quale la Maturità che ci porta all’università, o al mondo del lavoro per altri. Una canzone latinoamericana popolare dice: «Perché perdere la speranza di rivedersi; è solo un “a presto”, no è altro che un breve “ciao”…»; ma la vita poi ci impone di concentrare tutta la nostra attenzione sulle nuove esigenze e, necessariamente, le persone che un tempo facevano parte della nostra vita passano a occupare (apparentemente) un secondo posto. Ma è veramente solo un’apparenza, giacché nel nostro caso dopo circa venti anni che non ci vedevamo ci siamo ritrovati con alcuni amici della classe 1988-1992, proprio come quando eravamo giovani! Se allora eravamo già in pochi, ora ancora meno perché due, Guillermo e José Ismael, sono già in paradiso. Un altro non è stato possibile rintracciarlo. Per fortuna altri tre ex-studenti si sono uniti a noi.

La cosa più bella è stata il constatare che dopo tutto questo tempo l’amcizia e il forte legame che c’era tra di noi non solo si sono conservati ma anche rinforzati. Dei sette presenti, uno è prete della diocesi di Sololà-Chimaltenango e il sottoscritto religioso-presbitero. Gli altri si sono sposati (alcune delle famiglie hanno partecipato alla festa) e lavorano in diversi ambiti della società. Il momento di maggiore entusiasmo e dinamismo è stato durante il pranzo a Panajachel, vicino al sempre meraviglioso lago di Atitlán. Nel pomeriggio tutti insieme per un bel giro in barca e, per concludere, una visita al seminario diocesano Nuestra Señora del Camino, già sede del San José.

I nostri pensieri e gratitudine volano verso tutti coloro che in quegli “anni meravigliosi” ci hanno dato il meglio di loro stessi e ci hanno riempito di affetto, fiducia e amicizia. Allo stesso tempo non possiamo non ringraziare le persone che ora fanno parte della nostra vita, e cioé le nostre famiglie e in alcuni casi i nostri responsabili. Alle famiglie dei nostri due amici che non sono più con noi, vorrei esprimere i miei profondi sentimenti di solidarietà, simpatia e vicinanza. Questa è anche una buona occasione per salutare tutti gli altri che facevano e fanno parte del San José.

«L’amicizia è più forte della morte. E quando uno si trova lontano, l’amicizia s’irrobustisce», così afferma un’altra canzone popolare, e un proverbio sahariano conferma: «Allontanate le tende e avvicinate i cuori». Per un discepolo di Charles de Foucauld è praticamente impossibile non considerare l’amicizia come uno dei valori più grandi e uno dei mezzi più efficaci per l’annuncio del Vangelo.

L’amicizia non invecchia, ma continua a crescere e maturare, e quando essa è anche in Cristo, allora si tratta di una eterna giovinezza!

 

Fratel Oswaldo