I Cristiani nei singoli Stati.

Abbiamo iniziato a parlare del Medio Oriente presentando la carta geografica. Diamo ora uno sguardo ai singoli stati offrendo i dati statistici essenziali riguardanti la popolazione, la percentuale dei cristiani, il numero dei cattolici. Aggiungeremo, quando necessario, qualche sottolineatura circa la condizione di vita della popolazione cristiana. Pur avendo varie fonti circa i dati, ci atterremo soprattutto al Rapporto pubblicato dall’ACS nel 2008 sotto il titolo: Libertà religiosa nel mondo.

Egitto

Aabitanti

75.510.000

Cristiani

15.5%

Cattolici

197.000.

I copti egiziani sono la più ampia comunità cristiana del M.O. Attualmente stanno vivendo rapporti difficili con la popolazione mussulmana, come testimoniano i recenti episodi di violenza nella città di Nag Hammadi.

L’Istrumentum Laboris del Sinodo dice: “in Egitto la crescita dell’Islam politico, da una parte, e il disimpegno, in parte forzato, dei cristiani nei confronti della società civile, dall’altra, rendono la loro vita esposta all’intolleranza, alla disuguaglianza e all’ingiustizia (IL 34).

Penisola Arabica

In questa zona, culla e cuore della religione mussulmana, oggi conosciuta e corteggiata anche per il petrolio, vivono circa 35.000.000 di persone con molti immigrati.

I diversi regimi politici assumono un atteggiamento diverso nei confronti dei cristiani, che va dal profondo rispetto religioso del Qatar all’intransigenza e mancanza di libertà dell’Arabia Saudita.

Arabia Saudita

Abitanti

23.680.000

Cristiani

3,7%

Cattolici

900.000

I cristian i locali e i lavoratori stranieri, valutati intorno agli 8.000.000 e per la stragrande maggioranza cristiani, non possono manifestare la loro fede e devono celebrare il culto di nascosto nelle loro abitazioni.

Qwait

Abitanti

2.532.000

Cristiani

12,7%

Cattolici

300.000

 

Yemen

Abitanti

22.280.000

Cristiani

0,2%

Cattolici

6.000

 

Qatar

Abitanti

679.000

Cristiani

10,4%

Cattolici

64.000

 

Uman

Abitanti

2.550.000

Cristiani

4,9%

Cattolici

72.000

 

Barein

Abitanti

757.000

Cristiani

10,5%

Cattolici

40.000

 

Emirati Arabi

Abitanti

4.006.000

Cristiani

11,1%

Cattolici

459.000

 

Israele – Palestina

Abitanti

11.500.000

Cristiani 

1,7%

Cattolici

75.000

I problemi di questa terra sono noti.

Per quanto riguarda i cristiani possiamo aggiungere qualcosa:

 Israele. Tutti riconoscono la sua democraticità, pochi sanno che un ebreo, che  si è convertito al cristianesimo, non può usufruire pienamente della legge del ritorno e ottenere la cittadinanza israeliana. Ogni ricorso fatto alla Corte Suprema è risultato vano e questo anche se l’interessato ha tutti gli altri requisiti (cfr.: David M. Neuhaus, Ebrei. Quale identità, in Terra Santa, 3-2010, pp.10-14).

I giovani membri della piccola comunità ebreo-cristiana, nati in Israele da cittadini israeliani, conoscono bene i problemi di inserimento sociale, che la loro fede comporta.

Palestina. I pochi cristiani autoctoni, vedendo condensarsi nuove nubi sul loro futuro e pensando soprattutto a quello dei  loro figli, sono sempre più spinti ad emigrare. “L’unico fondatore di una delle tre grandi religioni di questa terra e che è nato qui, proprio in questa terra, non avrà più seguaci” mi diceva con amarezza un amico cattolico di Betlemme.

Giordania

Abitanti

5.600.000

Cristiani

4,1%

Cattolici

79.000

La Giordania è compresa in quella che abitualmente viene chiamata Terra Santa. I rapporti tra cristiani e mussulmani sono buoni e lo stato rispetta la libertà religiosa.

Cipro

Abitanti

791.000

Cristiani

94,1%

Cattolici 

459.000

La nota dolorosa consiste nella divisione tra la parte greca e la parte turca, che si protrae ormai da molti anni. La zona occupata dai turchi ha visto la distruzione e l’abbandono di molte chiese e luoghi d’arte, con gravi perdite per il patrimonio dell’umanità.

Libano

Abitanti

3.817.000

Cristiani

53%

Cattolici

1.836.000

Il genocidio del 1800 e la guerra civile del secolo scorso hanno fatto si che la diaspora maronita conti circa 4.000.000 di fedeli. L’attuale divisione politica dei cristiani non aiuta la pacificazione e l’unità nazionale.

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