Ogni anno nelle nostre parrocchie di Foligno e Spello proponiamo ai bambini di vivere l’esperienza dell’oratorio che è sempre «Sulle orme di…» un personaggio biblico o di un Santo. Quest’anno seguiremo le piccole orme lasciate da Nennolina.

Il suo vero nome è Antonietta Meo, nata a Roma il 15 dicembre 1930 e partita per il paradiso (sempre da Roma) il 3 luglio 1937 dopo una lunga malattia (un anno e mezzo su meno di sette del suo breve pellegrinaggio), ma soprattutto dopo tante sofferenze tra le quali la prima è stata l’amputazione della gamba sinistra (25 aprile 1936). Questa bambina oggi è Serva di Dio ed è quindi nella sala d’attesa per diventare Santa (o meglio perché la Chiesa riconosca ufficialmente che già è Santa). Le orme più belle che ha lasciato sono le sue letterine indirizzate a Gesù, a Dio Padre, allo Spirito Santo o alla Madonna. La prima è del 15 settembre 1936, l’ultima del 2 giugno 1937. Le prime sono state dettate alla mamma, poi quando ha imparato a scrivere ha proseguito da sola.

Sono il riflesso del cuore di una bambina che ha una malattia grave, ma che trova nella fede in Gesù una forza straordinaria. Se qualcuno avesse dubbi quando legge sul Vangelo che se non si ritorna come bambini non si entra nel Regno, leggendo le letterine potrà capire perché Gesù diceva questo. I bambini hanno una corsia preferenziale che li mette in sintonia col Signore. Tutti i bambini.

Nennolina è andata di moda negli anni ’50, poi la nostra epoca così fiera del “progresso” l’ha messa da parte forse perché è troppo brutto parlare ai bambini di una loro coetanea ammalata e soprattutto morta presto. Noi cercheremo di farlo, convinti che le sue orme siano belle da seguire.

Dopo questa premessa certamente troppo lunga ecco il racconto di una cosa particolare.

Abbiamo infatti scoperto casualmente (ma direi provvidenzialmente) che la donna di servizio di casa Meo, la baby-sitter (diremmo oggi) di Nennolina, vive a Colfiorito (pochi chilometri da Foligno), si chiama Caterina ed è ancora arzilla con i suoi 96 anni! Così con Oswaldo siamo andati a trovarla.

Che bella persona. Sul caminetto la foto di Nennolina, in camera da letto una foto che le ritrae insieme, e soprattutto convintissima che «Antonietta Meo deve andare sugli altari». Ricorda la sua permanenza nella famiglia Meo con nostalgia, dicendo di essere stata non una donna di servizio, ma parte della famiglia. Di Nennolina ricorda la normalità e vivacità di bambina, ma soprattutto la grande fede. Ci ha ripetuto più volte la frase che Antonietta le diceva quando le chiedeva di raccontarle una storia e di giocare con lei mentre Caterina indaffarata le diceva che non poteva; «fai un fioretto», «ma perché, a che serve fare un fioretto?», «i fioretti sono i soldi per comprare il Paradiso!». Poi ancora ricordava con commozione che Nennolina diceva alla mamma che non avrebbe dovuto piangere al suo funerale e di fronte alle obiezioni che riceveva rispondeva: «vedrai mamma che non piangerai, io pregherò per questo». Infine ci raccontava per farci capire l’affetto che Antonietta aveva per lei che diceva: «pregherò Gesù perché non ti sposi, vivremo insieme sempre, io lavorerò e tu starai in cucina».

Siamo stati contentissimi di questo incontro così speciale e ancor di più della promessa di Caterina di venire a trovare i nostri bambini all’oratorio: «per Antonietta Meo farei qualsiasi cosa!» ci ha detto quando glielo abbiamo chiesto.

Fratel Gabriele