Lunedì scorso è iniziata nelle nostre parrocchie la preparazione dei fidanzati alla celebrazione delle Nozze. È un cammino semplice, ma ogni volta è sorprendente!

Uno dei piccoli fratelli presbiteri e una coppia “collaudata” nell’esperienza matrimoniale seguono questo cammino, cercando di non oltrepassare mai il numero di dieci coppie. Per noi questo è fondamentale, perché vogliamo che durante ogni incontro tutti possano esprimersi e condividere la loro esperienza di vita. Nei dieci incontri che proponiamo, il nostro desiderio è che si instauri un rapporto se non di amicizia, almeno di simpatia! Questo, credo sia tipico (anche se ovviamente non esclusivo) di chi cerca di seguire le orme di frere Charles che ha fatto della pastorale dell’amicizia la sua bandiera.

Cosa dire di questa esperienza? Anzitutto chiari segni “dei tempi” sono l’innalzamento dell’età di chi viene agli incontri, poi la sempre più frequente presenza di coppie che già convivono, magari da anni e hanno già uno o più figli. A volte chi non convive è quasi costretto a dover difendere una posizione ritenuta antica e fuori moda! È divertente assistere a questi dialoghi, e ti chiedi come sarà possibile far passare il messaggio della Chiesa a questi giovani (più o meno tali) che sono perlopiù lontani da essa (molti non ci hanno più messo piede dalla Cresima). È una possibilità di agganciare gente lontana che si riaffaccia in parrocchia per il matrimonio, grazie a quel residuo di tradizione che è stata trasmessa loro dalle famiglie. Perché spegnere il lucignolo fumigante?

Un secondo segno comunque è la loro apertura e disponibilità al dialogo e al confronto. Sono adulti, si rendono conto che chiedono qualcosa di serio e di grande alla Chiesa e vogliono cercare di essere coerenti, visto anche che fanno qualcosa che ormai sta diventando fuori moda. Ti accorgi che hanno il desiderio di incontrare Gesù e di impostare la vita su principi cristiani, anche se guardano con occhio molto critico la Chiesa (come si può dar loro torto?). E’ certamente una di quelle occasioni che il Signore offre loro per ripensare alla fede e mi sembra che non se vogliano lasciar sfuggire, anche se troppi sono i sedimenti che hanno sul cuore per via del mondo nel quale sono cresciuti. Cercare di fargli fare il cammino dall’incontro con Cristo all’insegnamento della Chiesa è il tentativo. Al di là di questa parola “tentativo” non credo di esser mai riuscito ad andare. È bello vedere che verso la fine del cammino, quando è ora di parlare di morale sessuale, inquadrata sull’incontro con Cristo, cercano almeno di capire le ragioni di certi insegnamenti nelle loro motivazioni profonde. Su questo tema è di grande aiuto un video di Benigni nel quale parla del sesso in modo mirabile e soprattutto spassoso (e anche non volgare); se non altro scioglie l’ambiente glaciale e pieno di pregiudizi che regna all’annuncio del tema da trattare.

Un terzo segno è la voglia di condividere le esperienze di vita che c’è tra loro (raccontano di tutto senza vergogna) e con chi incontrano. Oltre alla micro equipe iniziale c’è un incontro nel quale ogni coppia và a cena da una famiglia delle nostre parrocchie e uno nel quale siamo accolti da una famiglia un po’ speciale, che ha due figli (due di tre gemelli!) con una gravissima disabilità e affronta con grande semplicità e coraggio, nonché gioia, questa situazione. Questi incontri lasciano veramente un bel segno.

Per tentare un bilancio cosa posso dire? Non riesco proprio ad essere pessimista su questi giovani, sono simpatici, entusiasti ed autentici, vogliono costruire qualcosa di speciale nella loro vita e il Signore è desideroso di incontrarli e di accompagnarli. Buon cammino.

Fratel Gabriele