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Le pubblicazioni riguardanti papa Francesco sono numerosissime e aumentano ogni giorno. Ma, nonostante l’abbondanza di spazi che i media dedicano al Vescovo di Roma, è tuttavia necessario ribadire che l’esortazione apostolica Evangelii Gaudium, a detta dello stesso Papa, «ha un significato programmatico e dalle conseguenze importanti» (n. 25)

perciò continua «spero che tutte le comunità facciano in modo di porre in atto i mezzi necessari per avanzare nel cammino di una conversione pastorale e missionaria».

La lettura del documento, scorrevole e scritto con un linguaggio accessibile alla maggior parte dei fedeli, richiede una breve introduzione onde inquadrare meglio l’insieme del testo. Innanzitutto l’Autore: un vescovo latinoamericano, religioso gesuita, e carico di una lunga esperienza a contatto quotidiano con la gente. Personalità forte e assai ricca di doni. Papa Francesco sfugge a schemi: infiamma i cuori e confonde i sapienti; uomo ferreo nella disciplina e allo stesso tempo tifoso di calcio; amante della musica classica, ma anche del tango; appassionato di letteratura e fine conoscitore dell’arte; formato alla scuola di Ignazio di Loyola, ma prende sua nonna Rosa come esempio e sceglie il nome del Poverello d’Assisi; di notevole spessore spirituale-teologico e allo stesso tempo tenace difensore della pietà popolare. Insomma, scrivere a caldo per commentare – per non dire criticare – i suoi gesti o le sue parole potrebbe solo essere un’imprudenza e in caso di attacco diretto si rischia di ottenere un «effetto boomerang» (N. Scavo).

128650_600Parlando in termini calcistici, potremmo dire che appena eletto «Vescovo di Roma», il cardinale Bergoglio è stato subito decisivo, simile a un giocatore che attende in panchina e scende in campo solo per risolvere la partita. È come il tipico “fantasista” sudamericano, amato dalla stragrande maggioranza e temuto da una minoranza, proprio perché questi ultimi, pensando a come fermarlo, si accorgono della sua creatività e scaltrezza solo dopo aver subìto il goal. Sembra che questa volta abbiamo a che fare veramente con «la mano de Dios», come disse Diego Maradona dopo aver segnato il golazo ai danni dell’Inghilterra! Papa Francesco è sempre in movimento – e quanti “golazos” ha segnato finora! –, vivace, sorprendente, difficile indovinare la sua prossima mossa. Ed ecco la definizione-chiave che lui fornisce del gesuita (e dunque di sé): «Una persona dal pensiero incompleto, dal pensiero aperto». E ancora: «Il gesuita pensa sempre, in continuazione, guardando l’orizzonte verso il quale deve andare, avendo Cristo al centro» (A. Spadaro).

Di Bergoglio, primo papa latinoamericano, si potrebbe dire: «Francesco è la perfetta sintesi del fervore religioso e delle difficoltà di un intero continente» (A. Himitian), infatti l’esortazione Evangelii Gaudium, può essere meglio compresa alla luce del documento di Aparecida, del Consiglio episcopale latinoamericano (vedi Il Regno documenti, 2007), la cui stesura era stata affidata proprio al futuro papa che lo aveva definito «l’Evangelii Nuntiandi dell’America Latina». Il titolo scelto da papa Francesco, infatti, s’ispira chiaramente al capitolo terzo del documento del Celam intitolato: «La gioia di essere discepoli missionari per annunciare il vangelo di Cristo» e all’esortazione apostolica di Paolo VI. «Questo la aiuterà a capire un po’ meglio come la pensiamo noi sacerdoti latinoamericani» spiegò il papa alla Presidente dell’Argentina mentre le consegnava una copia del documento di Aparecida (E. Himitian).

Papa Bergoglio è l’uomo che porta un messaggio, anzi «lui stesso è il messaggio» (A.M. Valli), è un vangelo vivente. Di certo, Francesco, sin dal primo momento, ha parlato una lingua nuova – «Il linguaggio dei Padri e dei papi del primo millennio sembra essere tornato ed essere il linguaggio comune e condiviso» (Michael Davide) –  che si è espressa con le parole e, soprattutto, con i gesti. «In questo senso si potrebbe dire che il Vescovo di Roma incarna, nel suo ministero petrino ciò che il Concilio Vaticano II ha ritenuto essere il cardine della stessa rivelazione» (Id.). Il Concilio dice che in Cristo si è manifestato pienamente il volto di Dio gestis verbisque (Dei Verbum 2), attraverso le parole e i gesti. In realtà, più che «comunicare» crea «eventi comunicativi» (A. Spadaro) ai quali chi riceve il suo messaggio partecipa attivamente. Proviamo a farlo anche noi leggendo con attenzione di fede l’Evangelii Gaudium. Ma con un Papa così è tutto un gaudio!

 fratel Oswaldo jc

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