Chiesa Copta Cattolica

Riprendiamo la ricerca sulle Chiese Cattoliche Orientali in vista del prossimo Sinodo del 10-24 ottobre. Iniziamo con la storia della Chiesa Copta.

Il termine copto deriva dalla parola araba qbt traduzione corrotta del greco aigùptius “egiziano”. Copti per gli arabi conquistatori, erano tutti gli abitanti dell’Egitto. Solo in seguito, quando la maggior parte della poplazione era ormai divenuta mussulmana, copto stette a significare egiziano cristiano.

Le fonti bibliche (Atti e Lettere) non parlano dell’evangelizzazione dell’Egitto, ma, dato che ad Alessandria vi era una folta colonia ebraica, il Vangelo dovette esservi annunciato molto presto.

La tradizione, volendo riempire il vuoto di notizie scritte, attribuisce all’evangelista Marco la fondazione di questa chiesa.

Il primo vescovo di Alessandria di cui è pervenuto il nome è Demetrio (188-230) che, sempre secondo la tradizione, sarebbe l’undicesimo successore di Marco. E proprio in questi anni fa la comparsa in città una scuola teologica, il Didaskaleion, che diverrà famosissima in tutta la cristianità grazie ai celebri maestri Panteno, Clemente Alessandrino e Origene, segnando in maniera indelebile l’evoluzione del pensiero cristiano. Se poi a tutto questo si aggiunge il ruolo svolto dal vescovo Atanasio nella lotta contro l’Arianesimo, e quello fondamentale per la buona riuscita del Concilio di Nicea (325) si capisce perché la chiesa alessandrina fu la terza ad avere il titolo di sede patriarcarle dopo Roma ed Antiochia. Tale titolo lo ebbero più tardi anche Gerusalemme e Costantinopoli, la nuova Roma.

Per difendersi dal crescente prestigio e potere della città imperiale del Bosforo, e del suo patriarca, la Chiesa Copta dovette condurre diverse battaglie che finirono per isolarla. Al Concilio di Calcedonia (451) pur rigettando il monofisismo di Eutiche, non accettò le conclusioni della maggioranza e avvenne la rottura con le Chiese sorelle.

La Chiesa Copta ritiene che Gesù è Dio completo e uomo completo insieme. Quella di Cristo è una unica natura che ha origine dalle due precedenti, senza mescolanza, confusione o separazione. Queste due dimensioni (umana e divina) “non si sono separate nemmeno per un attimo o battito di ciglia” (divina liturgia copta).

Per questo la Chiesa Copta ama chiamarsi miafisita e preferisce parlare di “unica natura del Verbo incarnato”, secondo la terminologia di san Cirillo di Alessandria.

La Chiesa Copta può vantare anche il merito di aver dato vita nel quarto secolo al movimento monastico. Un fenomeno impressionante che dall’Egitto si diffuse a macchia d’olio prima in Oriente (Palestina, Siria, Cappadocia), poi in tutto l’Occidente.

La conquista mussulmana.

Il potere arabo, subentrato a quello romano, con le sue leggi economiche discriminanti nei confronti dei non mussulmani e le persecuzioni che già con i califfi Omayyadi (660-750) fecero la loro comparsa, dopo un primo periodo tranquillo, spinsero molti ad accogliere la nuova fede. Già verso la metà del nono secolo i mussulmani in Egitto costituivano la maggioranza.

Sembrava che le cose andassero meglio con i Fatimidi (969-1171), ma durante le crociate i Copti finirono tra due fuochi: dai mussulmani erano ritenuti possibili alleati dei crociati e perseguitati, mentre dai crociati erano considerati eretici, tanto da essere espulsi da Gerusalemme.

Sotto gli Ayyubidi (1171-1250) e i Mammelucchi (1250-1517) le persecuzioni vennero a ondate successive, con conseguente accelerazione del processo di islamizzazione. Dal quattordicesimo secolo in poi la popolazione cristiana scenderà al di sotto del 10%.

I rapporti con la Chiesa di Roma.

Alessandria aveva sempre guardato con più simpatia Roma che Antiochia e Costantinopoli e tale simpatia reciproca non è venuta mai meno fino al 1600.

Non possiamo, dovendo condensare il tema in un articolo, seguire tutti gli snodi storici. Accenneremo ai fatti salienti.

Dopo le crociate e il contemporaneo incontro di Francesco con il Sultano al-Malik-al Kamil a Damietta (1219) i francescani sentirono loro dovere assicurare una presenza in Egitto, dove furono quasi sempre ben accetti. E fu proprio al francescano Alberto da Sarteano che papa Eugenio IV e i padri conciliari riuniti a Firenze il 22 novembre 1439 affidarono il compito di proporre ai Copti l’unione con Roma, come già avevano fatto con i Greci. Il patriarca Giovanni XI rispose il 9 settembre 1440 inviando una lettera in cui dichiarava la disponibilità del Sinodo copto alla comunione con Roma. L’atto di unione fu proclamato con la bolla Cantate Domino, firmata dal papa, da 22 cardinali, 51 prelati e dal monaco Andrea, capo commissione copto, il 4 febbraio 1442. Le interpretazioni fatte dalla chiesa cattolica e da quella copta fecero si che quell’atto restasse lettera morta. Per tutto il 1500 e il 1600 continuarono i tentativi di una unione effettiva tra Roma e Alessandria, con l’aiuto dei francescani e poi anche dei gesuiti. Ma già nel 1600 cominciarono i tentativi da parte di religiosi latini di convertire i copti alla Chiesa Cattolica, usando soprattutto le scuole. Questo fatto indispettì più di un patriarca e lentamente anche a Roma si fece strada la convinzione di cambiare approccio al problema. Dopo vari tentativi e a seguito della conversione del vescovo copto Atanasio, papa Benedetto XIV il 4 agosto 1741 stabilì la gerarchia copta cattolica. Il 19 giugno 1899 Leone XIII nominò primo patriarca copto cattolico l’amministratore apostolico Giorgio Macario che prese il nome di Cirillo II (1899-1908), con grande disappunto del patriarca copto ortodosso Cirillo V (1874-1927). L’attuale patriarca, dal 2006 è Sua Beatitudine Antonios I Naguibe, nato nel 1935 e vescovo dal 1977.

Dopo il Concilio Vaticano II Chiesa Cattolica e Chiesa Copta hanno ripreso un cammino di dialogo. Questo ha portato nel 1973 al primo incontro tra papa Paolo VI e il patriarca dei copti ortodossi, papa Shenouda III. Insieme decisero di iniziare un dialogo teologico, che nel 1988 ha fruttato un accordo ufficiale sulla cristologia, accordo approvato dal Santo Sinodo della Chiesa Copta Ortodossa. Così Giovanni Paolo II e Shenouda III dichiararono: “crediamo che il Nostro Signore Dio e Salvatore Gesù Cristo, il Verbo Incarnato è perfetto nella Sua Divinità e perfetto nella Sua Umanità. Ha reso la Sua Umanità una con la Sua Divinità, senza mescolanza, commistione o confusione. La Sua Divinità non è stata separata dalla Sua Umanità neanche per un momento o per un batter d’occhio.

Al contempo [pronunciamo anatema sulla] doctrina di Nestorio e Eutiche” (Dichiarazione comune del 12 febbraio 1988).

Come abbiamo già scritto i Copti Cattolici sono circa 250.000, mentre sui Copti ortodossi statistiche ufficiali non ci sono anche se papa Shenouda III afferma che sono circa 12.000.000.

fratel Alvaro