SAM_6520Le notizie allarmanti che arrivano dal Medio Oriente sono ben fondate e in questo momento nessuno è in grado di prevedere le conseguenze e ulteriori sviluppi. Molti dei nostri familiari e amici sono, giustamente, preoccupati e in pensiero per noi, ma vogliamo rassicurare tutti che, qui a Nazaret, come in altri luoghi non ci sono tensioni insolite, il tutto è circoscritto nel territorio di Gaza e nei dintorni.

Il segno evidente della guerra è l’assenza dei pellegrini, anche a Gerusalemme. Martedì scorso assieme a fratel Paolo abbiamo fatto una “toccata e fuga” alla Città santa per fare visita alle Clarisse che in varie occasioni avevano espresso il desiderio di incontrarci. Le figlie di santa Chiara sono legate a frère Charles perché durante il suo soggiorno a Nazaret si recò tre volte a Gerusalemme e fu ospitato, come a Nazaret, in una piccola capanna di legno all’interno del giardino. L’attuale madre superiora, arrivata dal monastero di Orvieto, che ci aspettava (forse come Mère Elisabeth du Calvaire ha atteso l’arrivo di Charles de Foucauld!), ci ha accolti con tanta gentilezza e ci ha dedicato parte consistente della mattinata. Il motivo principale era il desiderio delle Clarisse di farci vedere i ricordi – parliamo meglio di reliquie – di frère Charles che tuttora sono conservati dalle sorelle con affetto e devozione. Si tratta soprattutto di alcuni disegni (quadri, cartoline, modelli per paramenti sacri) e qualche lettera che aveva scritto alla madre durante il periodo del deserto. Non dimentichiamo che la madre Elisabeth ebbe un ruolo importante nel discernimento dell’eremita di Nazaret verso il sacerdozio.

SAM_6570Nel primo pomeriggio ci siamo avviati direttamente al santo Sepolcro proprio col desiderio di sostare là, ai piedi del Crocefisso-Risorto, in silenzio e adorazione. Anche a Gerusalemme il silenzio è assordante. Non trovare «l’effervescenza» che di solito caratterizza la «città della residenza di Dio» fa impressione, anche se con un pizzico di ironia si può dire che abbiamo gustato di un momento di intimità… Mentre pensavo alla preghiera di intercessione mi vennero in aiuto queste parole del cardinale Martini, tratte dal suo Verso Gerusalemme:

«Se il conflitto in Medio Oriente sarà abbreviato, e noi lo chiediamo con tutto il cuore, se la forza dei negoziati soverchierà di nuovo la forza maligna degli strumenti di morte, ciò sarà certamente anche perché nei vicoli delle città dell’Oriente, nei meandri attorno alle moschee o sulla spianata del muro occidentale di Gerusalemme, dove gli ebrei si radunano a pregare, ci sono piccoli uomini e piccole donne, di nessuna importanza, che stanno là, così, in preghiera, senza temere altro che il giudizio di Dio: prostrati, come dice Neemia, davanti al Signore loro Dio, confessando i loro peccati e quelli di tutti i loro amici e nemici, finché non si avveri la grande profezia di Isaia: “ In quel giorno ci sarà una strada dall’Egitto verso l’Assiria” (antico territorio che corrisponde all’odierno Iraq); “l’assiro andrà in Egitto e l’egiziano in Assiria; gli egiziani serviranno il Signore insieme con gli assiri. In quel giorno Israele sarà il terzo con l’Egitto e l’Assiria, una benedizione in mezzo alla terra. Li benedirà il Signore degli eserciti: “Benedetto sia l’Egiziano, mio popolo, l’Assiro opera delle mie mani e Israele mia eredità” (Is 19,23-25)».

SAM_6607La nostra «vita di Nazaret», invece, continua serenamente: preghiera, lavoro manuale, servizio, lettura spirituale… A parte i pochissimi pellegrini che comunque sono passati, in compenso non sono mancati gli amici della fraternità. Si avverte sempre di più il grande lavoro dei nostri fratelli e lo sforzo di inserimento nella chiesa locale. Raramente abbiamo celebrato l’eucaristia da soli, vi è soprattutto un nostro caro amico, papà di famiglia, che non solo viene quasi tutte le sere per l’adorazione e il vespro, ma la settimana scorsa ha anche fatto un ritiro «come si deve»! Siamo rimasti edificati dalla sua presenza fraterna e dalla sua preghiera, lo si sentiva cantare da solo nella cappellina o farsi delle chiacchierate con Gesù. Ovviamente alternava il suo tempo con del lavoro che si inventava in giardino e la lettura spirituale.

Un’altra nota degna di essere condivisa è la presenza di tre giovani che frequentano la fraternità e si alternano esclusivamente per venir a preparare i loro esami da sostenere a scuola o all’università. Poi, da cosa nasce cosa, si condivide con loro il pranzo (anzi spesso portano loro delle cose squisite) e lo scambio di notizie e idee sono sempre una fonte di arricchimento reciproco. Non so perché vengano a studiare qui, ma il semplice fatto che si sentano in casa lo avverto come un piccolo ma bel segno, un segno di speranza.

fratel Oswaldo jc