Continuiamo a pubblicare alcuni articoli su fratel Carlo Carretto, in preparazione all’ormai prossimo convegno nel Centenario della sua nascita, del prossimo 1-2 ottobre che si terrà nella cornice di Spello.
Parlare di Carlo e del suo percorso personale e di fede, significa parlare di Spello. “Spello si trova vicino ad Assisi, sulle pendici del monte Subasio ma sul versante sud”.

Un luogo segnato dalla presenza e dalla predicazione del poverello di Assisi, Francesco. Proprio nello stesso ambiente geografico e nello stesso clima spirituale ha trovato spazio l’opera e la presenza di Carlo. E parlare di Carlo nella splendida cittadina umbra significa parlare del convento di san Girolamo e degli eremi che col tempo si sono allestiti.
Così descrive gli inizi di questa presenza: “la fraternità di Spello ha iniziato la sua vita con il ritiro di Padre Voillaume in luglio [1966], che è stato così illuminante e benefico per tutti. Esso ha avuto un’importanza tutta particolare per la Fraternità e per me è come l’atto di battesimo della Fraternità di Spello.
Spello, come sapete, si trova vicino ad Assisi, sulle pendici del monte Subasio ma sul versante Sud. Ha tutta la dolcezza del paesaggio umbro, ben conosciuto ed amato. La Fraternità è situata in un antico convento francescano, a circa 500 m. dal paese di Spello, che conserva tutta la semplicità e l’armonia medioevale.
Il piccolo convento che ospita la Fraternità ha visto prima arrivare Gèrard Gavel che ha iniziato i lavori. Ci voleva un certo coraggio per intraprendere una tale opera: rendere abitabili i locali. Ha avuto la fortuna di avere con lui Henri Chasseriau, Gian Carlo [Sibilia, in seguito fondatore dei Piccoli Fratelli della comunità Jesus Caritas] e Orlando (postulanti) che l’hanno molto aiutato. Orlando, utilizzando i suoi talenti di pittore ha ornato la cappella con un Crocefisso e una Madonna”
(Innamorato di Dio, pp. 317-318).

Ma quali erano gli scopi che fratel Carlo si prefiggeva per questa opera?
“ La Fraternità può cominciare a funzionare. Dovrebbe essere la base di eremi, da organizzare sul versante del monte Subasio, per i fratelli che desiderano trascorrervi il loro mese di deserto. Fino ad ora sono stati preparati due eremi e si può facilmente prevederne ancora, quanti ne saranno necessari all’uso della Fraternità.
Questa Fraternità di Spello dovrebbe essere anche il prepostulandato per l’Italia. Molti giovani domandano di studiare la loro vocazione ed era necessario avere un luogo per un primo contatto con la Fraternità. […]
Infine questo dovrebbe essere un luogo di ritiro per tutti quelli che desiderano vivere il clima spirituale della Fraternità e pregare con noi”
(Innamorato di Dio, p.318).

Quale lo stile?
“Cerchiamo di dare a questa Fraternità il tono di una Fraternità di adorazione e pensiamo che sia veramente ciò che occorre per far passare il messaggio di fr. Charles in questa terra d’Italia che lo desidera” (Innamorato di Dio, p. 318).

Un anno dopo descriveva in poche battute con ancor più tenerezza e ammirazione:
“Ed eccomi a vivere… su queste colline di Spello che chiamiamo le colline della speranza. E non a caso. Le colline della speranza sono autentiche colline molto belle che scendono degradanti dal monte Subasio giù verso il torrente Chiona che è quasi sempre secco proprio perché il monte di Francesco è povero di acqua, ma non così povero da negare la vita a uliveti bellissimi e a colture fatte apposta per insegnare l’autentico costo della fatica e della vita laboriosa come poteva essere quella di Gesù a Nazareth. Tra questi uliveti sono sorti, per il disegno imprevedibile di Dio, una ventina di eremi di preghiera, ricavati da casolari abbandonati dai contadini trasferitisi ormai a vivere nella vicina Spello, che era in origine niente meno che una colonia romana e che la patina dei secoli ha saputo rivestire di bellezza ed armonia incomparabile” (Innamorato di Dio, pp.318-319).

Gli eremi, come è noto, sono stati frequentati da migliaia di persone, da tutta Italia ed oltre, per oltre venti anni, portando frutti di pace e di speranza in coloro che li abitavano.

Ma come era organizzata la vita?
“Come nella Fraternità di Spello, la giornata è divisa in due parti: lavoro al mattino dopo Lodi e la meditazione del Vangelo, il pomeriggio l’adorazione eucaristica; la giornata termina con la Messa verso le sei di sera. Tutta la giornata è vissuta in un grande spirito di carità” (Innamorato di Dio, p. 323).
Non è possibile descrivere quanto questa opera silenziosa, ma non troppo, abbia aiutato la vita di molte persone. Ci piace citare solo pochissime righe che esprimono in brevi pennellate quello che non si potrebbe dire in molte parole:
“il sesto eremo “S. Giovanni” è un po’ speciale. È stato pensato per permettere a dei giovani sposi di fare ritiro. È molto frequentato. Quest’anno una coppia in crisi è venuta, pronta per divorziare. Quando ne è uscita, era la pace. Una buona revisione di vita ed un clima di preghiera avevano fatto capire a tutti e due i loro torti reciproci”
(Innamorato di Dio, p. 322).

Durante il prossimo convegno, come risaputo, si avrà l’inaugurazione del convento di San Girolamo, il luogo base della Fraternità di Spello. All’Azione Cattolica Italiana è dunque affidata la memoria e l’opera delle “colline della speranza” e da parte nostra la preghiera e l’augurio che questo luogo possa continuare a seminare pace e spirito di profezia ancora per lunghi anni.