All’inizio del 2019 ci piace riportare in questo post l’editoriale del prossimo numero della rivista Jesus Caritas. Viene pubblicata da diversi decenni e rappresenta un tentativo importante di diffusione del messaggio di fr. Charles in Italia. Speriamo che possa essere uno stimolo per tutti ad approfondire…

 

Cari amici e lettori,

iniziamo questo 2019 parlando di parresia evangelica, ossia la virtù cristiana di credere, parlare e annunciare il vangelo con coraggio e franchezza. Gesù parlava con estrema franchezza, anzi, egli stesso è la via, la verità e la vita. Gli evangelisti utilizzano il termine parresia per indicare la chiarezza con cui il Maestro annuncia per la prima volta la sua passione: «Faceva questo discorso apertamente» (Mc 8,32). Giovanni adopera più spesso il termine con sfumature differenti: “apertamente”, “pubblicamente”, “chiaramente”, “senza bisogno di similitudini”, ecc. Ma più che concentrarci sull’aspetto biblico o teologico del termine parresia, ci siamo proposti di declinare il tema in termini spirituali o, ancora meglio, quali conseguenze ne derivano per la fede e per l’annuncio del vangelo in un mondo che sta perdendo sempre più la forza della parola.

Frère Charles, anche in questo caso, ci viene in aiuto con i suoi scritti e con la sua vita, egli che da quando ha conosciuto Dio non ha potuto fare altrimenti che vivere solo per Lui, ha creduto e vissuto il vangelo con fermezza, senza tentennamenti o mezze misure. La sua vita era diventata un vangelo vivente e, di conseguenza, un’esistenza evangelizzatrice. Charles annuncia, con le parole, certo, ma anche con uno stile di vita che si “compromette” in prima persona, come quando si preoccupa di migliorare la vita delle popolazioni del deserto sahariano imparando la loro lingua e cercando di comprenderli; oppure quando si batte contro la schiavitù e ci ricorda che pur non essendo responsabili di governare (loro), abbiamo però il dovere di amare il prossimo e, quindi, «non abbiamo il diritto di essere cani muti e sentinelle mute».

Evangelizzare con franchezza, dunque, ma nello Spirito: «Evangelizzatori con Spirito vuol dire – spiega papa Francesco – evangelizzatori che si aprono senza paura all’azione dello Spirito Santo. A Pentecoste, lo Spirito fa uscire gli Apostoli da se stessi e li trasforma in annunciatori delle grandezze di Dio. Lo Spirito Santo, inoltre, infonde la forza per annunciare la novità del Vangelo con audacia (parresia), a voce alta e in ogni tempo e luogo, anche controcorrente. Invochiamolo oggi, ben fondati sulla preghiera, senza la quale ogni azione corre il rischio di rimanere vuota e l’annuncio alla fine è privo di anima. Gesù vuole evangelizzatori che annuncino la Buona Notizia non solo con le parole, ma soprattutto con una vita trasfigurata dalla presenza di Dio» (EG 259). E ancora: «Il vero missionario, che non smette mai di essere discepolo, sa che Gesù cammina con lui, parla con lui, respira con lui, lavora con lui. Sente Gesù vivo insieme con lui nel mezzo dell’impegno missionario» (EG 266).

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La redazione