Avviandoci verso la conclusione del mese di agosto e del periodo piuttosto movimentato per le nostre fraternità, abbiamo deciso di prenderci una giornata libera per fare una pausa e poter così ricaricare le batterie della vita fraterna con un po’ di svago.

 

La proposta/meta accolta al volo all’unanimità è stata Castelluccio, «il paese della fioritura». La maggior parte dei fratelli conosceva già questo bel sito nel Comune di Norcia ma ci si torna sempre volentieri. Il paese è situato su una collina (1452 slm) che domina una vasta piana di origine tettonica e carsica, detta «Il Pian Grande». Dal punto di vista architettonico il paese è compatto: le case sono raggruppate in centro e formano una struttura concentrica in cima alla collina.

Ma la cosa veramente sorprendente è l’immensa vallata completamente circondata dai monti Sibillini che formano così una composizione meravigliosa a cielo scoperto. Lo spettacolo di colori avanti al quale il viaggiatore si trova nel periodo della fioritura una volta giunto al cospetto dei piani di Castelluccio è difficilmente descrivibile.

Questa volta non siamo stati fortunati per quanto riguarda i colori della natura, fortemente provata dalla tremenda siccità di questi ultimi mesi, tuttavia il fascino dell’insieme non lascia indifferente nessuno. Personalmente di fronte a questo spettacolo provo due sentimenti: la lode al Creatore di così tanta bellezza in questo mondo e allo stesso tempo il desiderio del cielo. La prima volta che vidi questo paesaggio mi venne subito alla mente la copertina di uno dei libri di fratel Carlo Carretto, E Dio vide che era cosa buona; l’opera è dell’artista spellano e amico di fratel Carlo, Norberto: tutti gli esseri che avevano l’alito di vita svolazzavano gioiosi sull’opera che Dio aveva appena portato a termine…

Ora sappiamo bene che la vita eterna non è rimandata al dopo la morte, essa inizia già nella fede in Gesù: «Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che tu hai mandato, Gesù Cristo» (Gv 17,3). Ma l’inizio non basta, bisogna arrivare alla pienezza e le immagini del paradiso terrestre ci possono essere di grande aiuto se teniamo presente che siamo in un pellegrinaggio verso la nostra patria (Fil 3,20). Il senso del pellegrinaggio è dato dalla meta da raggiungere, «lungo e tortuoso è il sentiero del viandante, ma il pensiero della meta rende gioioso il suo camminare» (I. Sanna).

A queste riflessioni un po’ «mistiche», frutto della contemplazione del paesaggio di Castelluccio si «contrappongono» la concretezza della vita degli abitanti del paesello, fatta sicuramente di fatica quotidiana e di sfide, cose che ci accomuna tutti. Di fronte poi ai prodotti tipici e saporiti del luogo, magari dopo una bella passeggiata sulle colline, un pensiero tentatore arriva: «da non morire mai»!

Nel corso della giornata non è mancata la visita a Norcia, la città di san Benedetto, e così abbiamo affidato ancora una volta il cammino della nostra Fraternità alla protezione del padre del monachesimo in Occidente.

 

 

fratel Oswaldo