Tutti i giornali e le televisioni ne hanno parlato e ne parlano. All’età di 85 anni si è spento il cardinale Carlo Maria Martini. Non ho avuto la fortuna di conoscerlo personalmente e, certamente, ben in altri siti e testate giornalistiche si parla in modo più compiuto, esaustivo e preciso della sua vita, della sua spiritualità, dei suoi studi, del suo ministero pastorale.

A noi, come comuni mortali, resta un senso di vuoto dovuto non, prima di tutto, alla morte in sé, quanto piuttosto alla mancanza di figure profetiche che si avverte in questa società e in questa chiesa. Una presenza, la sua, che ho sempre avvertito come delicata e rispettosa ed allo stesso tempo possente e maestosa. Non per la ieraticità del suo portamento o delle sue liturgie (anzi…), ma per la significatività, la profondità, la larghezza di vedute, l’acutezza sapiente delle sue riflessioni e soprattutto la libertà con la quale ha sempre vissuto, ha impostato la sua attività pastorale e con la quale si è confrontato con i piccoli e i grandi della chiesa e della terra.

Attraverso la sua passione e l’approfondita conoscenza delle Scritture ha guidato intere generazioni ad un rapporto libero e franco con il Signore ed all’interno del suo popolo. Spesso i suoi libri erano trascrizioni di omelie, discorsi, predicazioni di esercizi spirituali. Sembrava che il popolo di Dio “pendesse dalle sue labbra” ed ogni parola uscita dalla sua bocca appariva come un aiuto e un bicchiere di acqua fresca per un uomo assetato di infinito, di libertà e di senso. Ovviamente non tutti condivideranno questa mia povera riflessione, ma è ciò che sento desiderando esprimere la mia gratitudine a qualcuno che è stato per me punto di riferimento e presenza affidabile nel difficile cammino della vita.

Ora, forse, tutti diranno bene di lui.. perché il vizio di diffidare dei profeti e poi di costruirgli magnifici sepolcri non si è mai spento. Ed allora una preghiera da rivolgere per sua intercessione ci spinge a domandare che possano sorgere altri profeti, altre persone capaci di confronto con i segni dei tempi, persone che possano essere più ascolate; a cinquant’anni dal Concilio che ha segnato appunto un momento profetico nella storia della Chiesa e dell’umanità.

fratel Marco