In queste prime quattro settimane ho frequentato qui a Strasburgo un corso intensivo della lingua francese. All’inizio eravamo un bel gruppo di 24 studenti provenienti dai cinque continenti, dopo la seconda settimana la nostra classe è stata divisa in due (forse separando i somari dai più svegli!) e così in qualche modo con alcuni ci siamo conosciuti un po’ meglio.



La prima cosa è stata la formazione di otto squadre da tre, scelti attentamente in modo tale che fossimo molto diversi e così i miei compagni sono stati un giovane pachistano e una ragazza della Corea del Sud. Divieto assoluto di comunicare in altra lingua e dovevamo insieme lavorare e confrontarci con gli altri, quindi potete immaginare le comiche! Ma sapete quale è stata la mia prima grande scoperta? Che un gallo vietnamita canta in modo totalmente diverso da uno statunitense e così via, anzi è stato troppo forte sentire quando ognuno imitava il canto del gallo del proprio paese! Forse non c’entra un granché raccontato in questo modo ma volevo solo rendere l‘idea di quanto una lingua nonostante le grandi differenze diventi uno strumento di comunicazione e di unità. Le lezioni abbracciavano diversi aspetti della lingua e della cultura francese. Si parlava un po’ di tutto, di cose importanti e altre un po’ superficiali, tranne che di religione per rispettare la laicità dello stato, tuttavia una cosa molto interessante e un punto contro i francesi è che su 24 persone solo due si sono dichiarate senza alcuna religione, tutti gli altri credenti.

Uno dei momenti salienti è stata la visita guidata al Consiglio dell’Unione europea organizzata dalla scuola. Se qualcuno non lo sapesse questa organizzazione politica fu creata nel 1947, dopo la seconda guerra mondiale, proprio per promuovere l’unificazione e la ricostruzione del Vecchio continente. Attualmente sono 47 gli stati membri a pieno titolo e ha un campo d’azione che abbraccia quasi la totalità del continente. Tra i fini principali vi sono la promozione della democrazia e dei diritti dell’uomo. La scelta di Strasburgo quale sede del Consiglio è simbolica e allo stesso tempo strategica giacché l’Alsazia e la Lorena sono state due regioni fortemente colpite dalle guerre che si succedevano. (Detto tra parentesi, Charles de Foucauld e la sorellina Marie sono stati portati via – da Strasburgo a Nancy – dal nonno a causa della guerra nel 1870).

Dunque, tutte le mattine (a piedi o con la bici, molto comune da queste parti) ho ripreso la “vecchia abitudine” di andare a scuola fino al mezzogiorno, e nel pomeriggio a fare i miei compiti con il pensiero delle interrogazioni del giorno dopo. Non so quanto abbia imparato ma posso dirvi che dal primo giorno ero motivato dalla convinzione di quella vecchietta che non voleva ancora andare in paradiso perché voleva continuar a imparare! Ma devo aggiungere che eravamo un gruppo molto eterogeneo anche per l’età, per le nostre professioni e quindi per i nostri fini. Insomma in un mese ho visto un po’ di persone e di cose diverse, ho anche subito il cambiamento climatico perché sono arrivato col cappotto che quasi non bastava i primi giorni fino al caldo quasi estivo del momento attuale. Se non altro ho imparato a dire:

À bientôt – A presto!

fratel Oswaldo