Papa Francesco è una calamita! Tutti si sentono attratti da lui, amati, parte della sua famiglia. È incredibile! I bambini piccoli sognano di essere tra quelli che abbraccia e bacia, i grandi si sentono capiti, gli anziani amati.

Dal giorno della sua elezione, visto che eravamo in Quaresima e stavamo benedicendo le famiglie, in quasi tutte le case trovavi il televisore acceso con il papa…e comunque la domanda di rito era: “ti piace questo papa?”. Tanti chiedevano di poterlo vedere da vicino e così abbiamo organizzato un pellegrinaggio per i nostri parrocchiani di Limiti di Spello, Sterpete e Borroni di Foligno, per partecipare all’udienza del 1 maggio. Devo dire che mercoledì scorso, il 24 aprile, vedendo l’udienza in televisione ho pensato: torneremo tutti a casa? Ci ritroveremo in mezzo a quella distesa umana?

Siamo partiti alle cinque dalle nostre parrocchie, in tutto quattro pulmann. Alle otto eravamo in fila per entrare in piazza San Pietro. Alle nove eravamo dentro…in moltissimi siamo rimasti in piedi però abbiamo cercato di stare il più vicino possibile al papa. Un fiume di gente è stato ingoiato dalla piazza, era difficile vedere il selciato! Alle dieci meno un quarto sono iniziati i saluti a tutti i gruppi convenuti nelle sette lingue: italiano, spagnolo, portoghese, inglese, tedesco, arabo e polacco. Alle dieci e venticinque il maxi schermo comincia a mandare le immagini della papa-mobile. Tutti a caccia della macchina più famosa del mondo…eccola lì, no sta lì dietro. I gendarmi andavano da tutte le parti mentre il papa faceva un lungo percorso per salutare un po’ tutti. Tanti bambini venivano letteralmente catapultati tra le braccia del papa, altri messi nelle mani delle guardi della scorta che li alzavano fino alle braccia di papa Francesco…tutti rigorosamente baciati. Ad un certo punto si è anche fermata la macchina ed è sceso per salutare un’anzianissima signora: chi era? Non lo sapremo mai. Poi dopo un percorso veramente tortuoso la papa-mobile deposita il suo illustre  e amatissimo passeggero nei pressi del sagrato della basilica. Inizia l’udienza. La prima parola: “buongiorno” strappa il primo applauso dalla folla in ricordo dell’inizio del pontificato con quel: “buonasera” che tutti ha conquistato per la straordinaria semplicità. Il papa ha pronunciato delle parole brevi, facili da comprendere, da parroco, da nonno. Tanti commentavano attorno a me: se tutti i preti parlassero così comprensibilmente! Due i punti che ha voluto toccare: lavoro e contemplazione, definiti i due cardini della vita di San Giuseppe e della Madonna. Il lavoro che è un diritto, che deve rispettare la dignità dell’uomo, che non deve essere in funzione del mercato, ma in funzione della realizzazione dell’uomo. No alla logica economicistica, no alle nuove forme di schiavitù, no al lavoro che non rispetta anzitutto l’uomo. La contemplazione che è sguardo su Gesù, che non è qualcosa di complicato, che è preghiera semplice, quella che i nonni insegnano ai nipoti, che in questo mese di maggio è soprattutto recita del Rosario. Questo breve discorso è stato poi ripreso nelle sette lingue dei pellegrini presenti. Poi la recita del Padre Nostro e la benedizione finale.

I nostri pellegrini sono stati contenti di questa occasione di incontrare papa Francesco, il papa che parla più con i gesti che con le parole, il papa che ricorda papa Giovanni, il papa che ha conquistato subito l’affetto di tutti.

Dopo la benedizione la piazza si è svuotata come un lavandino e ha restituito i pellegrini a Roma. Il pranzo, un po’ di tempo libero e poi siamo risaliti sui pulmann dove quasi miracolosamente nessuno mancava all’appello dopo una grande dispersione e immersi tra gente di tutte le razze e pulmann di tutti i tipi!!

Devo confessare che dopo questo appello ho tirato un enorme sospiro di sollievo.

Abbiamo fatto tappa presso la parrocchia di S. Ugo al quartiere Serpentara, sulla via del ritorno, per celebrare l’Eucaristia, generosamente accolti soprattutto considerando che siamo venuti a scocciare in questo giorno di festa. Poi tutti a casa a raccontare le “mitiche gesta” vissute!!

fratel Gabriele