Pubblichiamo questa bella testimonianza dei nostri cari amici rumeni e vogliamo così ringraziare sinceramente loro e altri nostri preziosi e fedeli collaboratori. Una realtà come l’Abbazia di Sassovivo (ma anche le altre nostre fraternità) ha bisogno soprattutto di “pietre vive” per rimanere salda, la comunità fa la sua parte, ma il buon Dio non ci fa mancare mai uomini e donne – che riteniamo veramente fratelli e sorelle – di buona volontà che si uniscono a noi nel rendere questo luogo «un monumento che testimonia una cultura di pace» (Unesco).

Parlare dell’Abbazia di Sassovivo, questo luogo così tranquillo e meraviglioso, e dei piccoli fratelli di Jesus Caritas è un po’ come parlare della nostra seconda famiglia. Il primo a incontrare i piccoli fratelli alcuni anni fa è stato mio marito Gabriele, dopo è stato il mio turno e da quasi un anno anche mio fratello Emiliano assieme alla moglie Loredana, mia cognata. Non essendo italiani non è stato facile per noi trovare qualche punto di riferimento, ma all’abbazia ci siamo sentiti subito in grande sintonia con i fratelli e gli amici che girano intorno alla fraternità. Tutti ci hanno fatto e ci fanno sentire come fossimo a casa nostra, forse perché loro per primi vivono in una dimensione familiare, almeno tale è l’impressione delle persone che vengono accolte con affetto e amicizia.

L’appuntamento settimanale è la domenica, soprattutto per la celebrazione dell’eucaristia. È bello sentire il priore Gian Carlo quando spiega il vangelo, quelle parole piene di speranza e che gli vengono dal profondo del cuore. Per me quello è un momento molto speciale, provo una grande gioia interiore, di serenità, e durante tutta la messa mi dimentico di tutte le mie preoccupazioni. Ma non finisce qui perché di solito dopo la messa segue un momento di festa: mentre prendiamo insieme un aperitivo possiamo fare una chiacchierata, parlando del più e del meno, ma quando ci capita che per diversi motivi non possiamo salire a Sassovivo, sentiamo che la nostra domenica non è completa.

Non è facile esprimere tutta la nostra riconoscenza per fratel Leonardo, semplicemente perché in lui vediamo un padre, un amico e una guida, soprattutto è sempre presente nella nostra vita. Ci è venuto incontro nei momenti più difficili. Con Oswaldo, il “grande teologo” come lo chiamiamo con affetto, è un nostro carissimo amico, in modo particolare mio marito – che è figlio unico – lo considera come un fratello. Insieme a lui e agli altri fratelli giovani oltre che vivere insieme la domenica mattina, qualche volta ci capita di organizzare una gita o una passeggiata. Così abbiamo visitato diversi luoghi e angoli nascosti di questa bella regione Umbria.

 

Ma ci rendiamo conto che la cosa più bella è stare insieme e parlare di cose belle e anche tristi. A Oswaldo possiamo fare tranquillamente le nostre domande sulla fede e così io sento che ci ha aiutato a crescere. Che dire ancora, quando ci sono delle persone che ti vogliono bene tutto ti sembra in grande armonia e ti verrebbe voglia di fermare il presente, se non altro hai una ragione in più per vivere pienamente e con coraggio la tua vita quotidiana. Un giorno ho letto una frase di Madre Teresa di Calcutta che mi ha impressionato grandemente: «Trova il tempo per essere amico, è la strada della felicità». Grazie di cuore a tutti voi piccoli fratelli per la vostra amicizia e il vostro affetto!

 

Adriana