Un grande e inaspettato regalo da parte dei nostri fratelli, un dono, quello d’incontrare il Signore per il tramite di Maria e nella vita di Bernardette. È con questo atteggiamento di ringraziamento che Jonathan ed io ritorniamo a casa dopo il pellegrinaggio diocesano al santuario pirenaico.


Certo il viaggio in pullman dal centro Italia si è rivelato particolarmente lungo, ma d’altronde, che pellegrinaggio sarebbe senza un minimo di sacrificio? Abbiamo così avuto modo di pregare davanti alla grotta di Massabielle e non solo, guidati dal vescovo Gualtiero Sigismondi. I giorni trascorsi nella piccola cittadina francese si sono caratterizzati per l’informalità e la serenità del clima e degli incontri rivolti a circa 220 pellegrini della diocesi di Foligno, per la preghiera comunitaria e intensa (Messa, processione eucaristica, processione serale, vespri, rosario…), ma ben partecipata, per la condivisione e la convivialità.

Maria è stata ovviamente al centro delle nostre giornate, contemplata come una figura che ha davvero “autorità”, non perché potente, ma grazie alla sua umiltà, alla sua capacità di comprendere le “cose” dello Spirito di Dio concependole nel silenzio, per la sua sensibilità, ma anche per l’equilibrio e per la sua trasparenza. Maria dunque, come donna che non va in cerca di consensi, al contrario segue la via del cuore semplice. Il vescovo ha rimarcato più volte, infatti, come sia necessario purificare i nostri cuori affinché siano limpidi: la semplicità è la condizione necessaria per incontrare Dio.

Maria è anche esempio di obbedienza nella quotidianità, colei che già alle nozze di Cana ci insegna a fare tutto ciò che Egli ci dirà; non un’obbedienza ostentata, per farsi ammirare, non un’obbedienza termine, non triste; il sì, il fiat di Maria è invece accompagnato dal canto gioioso del Magnificat!

Infine il vescovo ci ha ricordato che Maria è esempio per noi tutti nell’accogliere l’invito fondamentale a “Non temere”.

 

In questi giorni non ci hanno colpito particolarmente le decine di migliaia di pellegrini e turisti che passeggiavano per le chiese e le cappelle del santuario, ma conserviamo nei polmoni l’ossigeno delle fede, della fiducia in Dio che abbiamo respirato ed il profumo della carità, osservata nella delicatezza e disponibilità dei numerosi volontari e barellieri nell’accompagnare persone disabili e nella comunione fraterna che si è creata all’interno del gruppo.

 

Fratel Giovanni Marco