Lo scorso 15 dicembre è stato presentato a Galatina (Lecce) la nuova edizione del libro di fratel Carlo Carretto, Ogni giorno un pensiero, Ed. Ave 2017, organizzato dall’Azione Cattolica dell’Arcidiocesi di Otranto. Sono intervenuti Fernando Pellegrino come moderatore dell’evento, don Gigi Toma sul contesto storico-ecclesiale, soprattutto per quanto riguarda gli anni del dopo guerra quando Carretto era presidente della G.I.A.C., e finalmente il sottoscritto con il tema Carlo Carretto cantore dell’Assoluto nella Chiesa del Novecento, per sottolineare in modo particolare la dimensione spirituale del Nostro e il messaggio per l’oggi: «La religione dell’uomo maturo è la fede», e proprio una fede autentica, fondata sull’incontro personale/conversione e l’amicizia/preghiera con Gesù sono richiesti ai cristiani maturi, cioè di oggi. Ecco un breve passaggio dell’intervento:

«Nell’accostarci alla persona di fratel Carlo è importante fare una rilettura del suo pensiero. Fare memoria significa leggere la sua vicenda alla luce del nostro momento storico. Carlo Carretto è stato un dono per la Chiesa italiana nel Novecento, ma lo è anche per la Chiesa che siamo noi oggi. Credo che un po’ tutti siamo consapevoli del momento di passaggio che stiamo vivendo, da una Chiesa “forte”, fondata sul potere, sui privilegi e il prestigio a una Chiesa più spirituale (verso quella “Scelta religiosa” per dirla con Carretto), un momento delicato, certamente, ma che avvertiamo come l’annuncio di un tempo nuovo. Condivido con voi un’interpretazione molto personale su tale passaggio: la Chiesa imperiale iniziata nel IV secolo, pur con tutte le riforme operate, ha attraversato i secoli fino a papa Benedetto XVI, il suo gesto profetico di assegnare le dimissioni ha dato avvio al crollo di quella Chiesa saldamente fondata sul potere, quell’antica alleanza tra trono ed altare. A partire dal Concilio Vaticano II, e ora con l’avvento di papa Francesco la Chiesa è entrata in una fase decisiva verso una Chiesa più spirituale, ma a noi tocca sentire e vivere i “dolori del parto”»…

Assieme a fratel Roberto abbiamo partecipato all’incontro ed è stato un momento intenso, a cominciare dall’accoglienza, di incontri e di nuove amicizie. È stata una nuova occasione per constatare come fratel Carlo Carretto è vivo nel cuore di molti e continua ad illuminare il cammino spirituale di chi si nutre dei suoi insegnamenti…

Ma ora ci salutiamo con l’augurio di un santo Natale e riteniamo doveroso riportare un brano proprio dal libro presentato:

Il grande atto d’amore

Se nasce in una stalla e la su infinitezza e onnipotenza è ridotta ad un vagito di bimbo in balia della storia e della cattiveria degli uomini, è perché deve insegnarci la lezione più difficile della vita: preparare il nostro essere all’impotenza e alla debolezza delle cose.

Se viene nascosto nella pasta del mondo, ed accetta non gli onori del potere ma il sudore dell’operaio, è perché deve abituarsi e abituarci al sudore dell’agonia.

Se sceglie, come legge del suo agire, la dolcezza e non la violenza, è perché sa che la Sapienza Divina vuol farci trionfare non con la forza ma con l’amore, e che avrà la sua vittoria con la sconfitta della croce. Se farà suo l’atteggiamento, maturato dai profeti, del “servo di JHWH”, dell’Innocente – atteggiamento che anima il filone più profondo delle speranze e della spiritualità di Israele –, è perché è cosciente che il Regno, quello vero, di Dio, non sarà un regno politico di potenza, di stabilità, di benessere, ma l’atto d’amore più grande che poteva essere fatto quaggiù nei confronti di Dio, l’accettazione della povertà dell’uomo di cui la morte è caparra e passaggio.

Non è facile amare, né per noi né per il Cristo, ma nulla è così grande e così perfetto quanto l’amore di Gesù, nella sua povertà volontaria ed amata.

Direi che nulla mi è più caro di questa povertà di Dio.

Mi è più dolce della sua onnipotenza.

Mi parla più della sua onniscienza.

Mi è più vicino della sua bellezza.

La povertà di Dio: ecco il più altro grado di amore (Ogni giorno un pensiero, 27 dicembre).

fratel Oswaldo jc