San Girolamo, dottore della Chiesa e celebre per la prima completa traduzione della Bibbia in latino, la Vulgata, ci ricorda la centralità della Parola di Dio per la vita cristiana. Ma anche Teresa di Lisieux (memoria il 1 ottobre) era un’innamorata della Sacra Scrittura, come Charles de Foucauld d’altronde. Che cosa impariamo? Ci lasciamo guidare dalle parole di Benedetto XVI per Girolamo e da alcune brevi frasi degli altri due santi, buona lettura!

Che cosa possiamo imparare noi da San Girolamo? Mi sembra soprattutto questo: amare la Parola di Dio nella Sacra Scrittura. Dice San Girolamo: “Ignorare le Scritture è ignorare Cristo”. Perciò è importante che ogni cristiano viva in contatto e in dialogo personale con la Parola di Dio, donataci nella Sacra Scrittura. Questo nostro dialogo con essa deve sempre avere due dimensioni: da una parte, dev’essere un dialogo realmente personale, perché Dio parla con ognuno di noi tramite la Sacra Scrittura e ha un messaggio per ciascuno.

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Dobbiamo leggere la Sacra Scrittura non come parola del passato, ma come Parola di Dio che si rivolge anche a noi e cercare di capire che cosa il Signore voglia dire a noi. Ma per non cadere nell’individualismo dobbiamo tener presente che la Parola di Dio ci è data proprio per costruire comunione, per unirci nella verità nel nostro cammino verso Dio. Quindi essa, pur essendo sempre una Parola personale, è anche una Parola che costruisce comunità, che costruisce la Chiesa. Perciò dobbiamo leggerla in comunione con la Chiesa viva.

Il luogo privilegiato della lettura e dell’ascolto della Parola di Dio è la liturgia, nella quale, celebrando la Parola e rendendo presente nel Sacramento il Corpo di Cristo, attualizziamo la Parola nella nostra vita e la rendiamo presente tra noi. Non dobbiamo mai dimenticare che la Parola di Dio trascende i tempi. Le opinioni umane vengono e vanno. Quanto è oggi modernissimo, domani sarà vecchissimo. La Parola di Dio, invece, è Parola di vita eterna, porta in sé l’eternità, ciò che vale per sempre. Portando in noi la Parola di Dio, portiamo dunque in noi l’eterno, la vita eterna.

E così concludo con una parola di San Girolamo a San Paolino di Nola. In essa il grande Esegeta esprime proprio questa realtà, che cioè nella Parola di Dio riceviamo l’eternità, la vita eterna. Dice San Girolamo: «Cerchiamo di imparare sulla terra quelle verità la cui consistenza persisterà anche nel cielo» (Ep. 53,10). (Benedetto XVI, prima udienza generale su San Girolamo, 7/11/2007)

Teresa di Lisieux

Poiché Gesù è risalito al cielo, io posso seguirlo solo seguendo le tracce che ha lasciato, ma come sono luminose queste tracce, come sono profumate! Appena getto lo sguardo nel Santo Vangelo, subito respiro i profumi della vita di Gesù e so da che parte correre… (G 36v: 271)

È soprattutto il Vangelo che mi intrattiene nelle mie preghiere, in esso trovo tutto ciò che è necessario alla mia povera piccola anima. Vi scopro sempre nuove luci, significati nascosti e misteriosi… (A 83v: 199).

Talvolta, quando leggo certi trattati spirituali nei quali la perfezione è presentata attraverso mille ostacoli, circondata da una folla di illusioni, il mio povero spirito si stanca molto presto; chiudo il dotto libro che mi rompe la testa e mi inaridisce il cuore, e prendo la Sacra Scrittura. Allora tutto mi appare luminoso: una sola parola svela alla mia anima orizzonti infiniti. (LT 226, Teresa di Lisieux a padre Roulland, 09.05.1897 (TERESA DI LISIEUX, Opere complete, 572).

Charles de Foucauld

Come siete buono, mio Dio, ad averci donato i Libri Sacri dei quali, si può dire,come del nome dolcissimo di Gesù, che sono come l’olio profumato: luce, farmaco, cibo… La loro soavità è un profumo inebriante per il cuore e per l’anima; sono una guida infallibile per la nostra intelligenza: “luce che brilla in un luogo oscuro” [cfr.Gv1,5]; guariscono, consolano con la speranza e la pace che diffondono nell’anima che li legge; nutrono con i loro insegnamenti morali, i precetti, gli esempi di virtù di cui sono pregni (M/386:179-80)

Vi insegno che bisogna leggere, rileggere, studiare incessantemente questi Libri Sacri, in primo luogo […] per mezzo dell’amore verso di Lui che dovete ascoltare quando vi parla, poi anche per trovarvi delle regole per pensare, parlare, agire come vuole che facciate (M/176: 206).