Nella serata di ieri, sabato 24 marzo, ancora in regime di ora solare, le fraternità di Sassovivo e di Limiti si sono ritrovate assieme alla comunità del TOR (terz’ordine regolare francescano) ad Assisi, nella chiesa che fu il tempio di Minerva, custodita oggi da quest’ordine religioso.

L’amicizia si è rinsaldata allo studio teologico di Assisi, frequentato dai nostri fratelli più giovani, Franklin, Jonathan e Giovanni Marco. Come si sa il comune sforzo per lo studio, spesso, risulta essere un buon collante tra le persone che, remando sulla stessa barca, si trovano a condividere fatiche, gioie e speranze.

Così è arrivato l’invito dei frati del TOR: Alessio, Alceo, Pino, Riccardo, Paolo e Sergio ormai diventati carissimi amici che più volte hanno allietato della loro presenza la nostra fraternità di Sassovivo. All’invito abbiamo risposto alla nostra maniera, di giovannea memoria: un fratello chiama l’altro! E così ci siamo presentati in undici allo splendido ed accogliente convento nel pieno centro di Assisi. È davvero singolare come si possano scoprire nelle vie di questa città arroccata sulle pendici del monte Subasio, luoghi così vasti come questo convento che, ognuno a suo modo, raccontano un po’ di storia di francescanesimo.

Il terz’ordine regolare infatti  si sviluppa quasi parallelamente al Terz’ordine secolare francescano (TOS, diventato poi OFS, ordine francescano secolare), iniziato a partire dal 1211, Francesco vivente, per tutti coloro che pur non essendo chiamati alla vita religiosa nei conventi maschili (frati minori) o femminili (povere dame o Clarisse), desideravano comunque condividere la spiritualità francescana nell’esperienza laicale.

«In parallelo, si sviluppa anche un fenomeno particolare, che non ci deve sfuggire. Dai tempi di San Francesco in poi, alcuni Terziari – uomini e donne – manifestano il desiderio di un impegno maggiore verso la perfezione cristiana e cominciano a vivere in comunità, professando gradualmente i consigli evangelici.

Alcuni prediligono la vita contemplativa e scelgono la solitudine negli eremitaggi o nella reclusione volontaria, lontana da distrazioni terrene e tutta incentrata nei misteri di Dio.

Molti attendono alle opere di misericordia in ospedali per malati e anziani, oppure in ospizi per pellegrini e per itineranti, o infine gestiscono centri di accoglienza per ragazze trovatelle e per l’educazione della gioventù.

Presto cominceranno altri servizi pastorali: l’apostolato parrocchiale, la predicazione, l’insegnamento, le pubblicazioni scientifiche e religiose. Più tardi prenderà vita l’impegno missionario, sviluppato con lodevole successo nel passato e in tempi recenti.

Le fraternità di Terziari “regolari”, sorte in modo spontaneo, aumentano in numero e diffusione soprattutto nel corso del Trecento e presto cominciano a federarsi, sia per maggiore efficienza sia per meglio difendersi contro le numerose difficoltà» (dal Sito www.franciscanum.it).

Tornando a noi, la serata è stata molto semplice: cena e proiezione di un film. La proiezione di “Il villaggio di cartone” di Ermanno Olmi, è stato il coronamento culturale-spirituale alla serata. Un film molto interessante che sposta la dimensione della fraternità nel contesto dell’universalità con una particolare e delicata attenzione al mondo degli immigrati.

Un occasione di incontro davvero bello e stimolante. Nonostante il cambio dell’orario che ci ha sottratto un’ora di sonno, ci siamo sentiti benedetti per l’esperienza dell’accoglienza ricevuta e offerta che, come sempre, rivela tesori preziosi per chi la vive.

fratel Marco