Qui all’abbazia di Sassovivo abbiamo diversi motivi per celebrare il giorno 9 giugno come data molto importante.

In primo luogo perché Charles de Foucauld fu ordinato in questa data nel 1901. Dopo aver trascorso tre anni a Nazaret, seguendo le orme del «figlio del carpentiere», e aver maturato la decisione di essere ordinato prete, torna in Francia per prepararsi.

Vive un periodo di profondo discernimento spirituale, come scrive nel suo ritiro prima di ricevere il sacramento dell’ordine: «Non è preferibile andare anzitutto in Terra Santa? No. Una sola anima vale più della Terra Santa intera e di tutte le creature non razionali insieme. Devo andare, non dove la terra è più santa, ma dove le anime hanno più necessità. In Terra Santa c’è una grande abbondanza di sacerdoti e religiosi, e un gran numero di anime da salvare… Lì terra, qui anime; lì abbondanza di sacerdoti, qui penuria».

Detto, fatto! Il padre De Foucauld non torna in Terra Santa ma decide di dirigersi verso le anime più abbandonate del deserto del Sahara. Verso la fine del 1901 arriva a Beni Abbés (Algeria) e dopo viaggerà da un luogo all’altro; però rimarrà nel deserto fin quando verrà assassinato il 1° dicembre 1916. I motivi che lo portarono a vivere in mezzo alle tribù e alle popolazioni non cristiane fu una comprensione molto personale – però anche nuova – del mistero dell’Incarnazione: Gesù, il Figlio di Dio, venne per salvare tutti gli uomini di tutti i tempi. Era già il salvatore da quando era nel grembo di Maria, lo era mentre cresceva e viveva a Nazaret come «uno del posto», lo era soprattutto con la sua passione e risurrezione, ed ora è lo stesso Salvatore mediante il sacramento dell’Eucaristia. «Gesù è qui presente come quando viveva con Giuseppe e Maria nella casa di Nazaret».

Era quindi necessario portare la presenza viva del Signore «alle anime più abbandonate, a chi gli manca tutto, poiché gli manca Gesù». Fratel Carlo di Gesù pensava di fare il maggior bene alle popolazioni del Sahara portando in mezzo a loro Gesù-Eucaristia: «la santissima Vergine santificò Giovanni Battista portandogli Gesù»…

Altro motivo che abbiamo a Sassovivo è l’anniversario della dedicazione della «Cripta San Marone» (2001). Marone, monaco eremita del V secolo, è considerato il fondatore dei monaci Maroniti e padre di tutti i cristiani di rito maronita del Libano. I maroniti del Medio Oriente sono presenti anche in vari paesi dell’Occidente.

La reliquia principale di san Marone (come già ricordato in queste pagine) rimase in questa abbazia per molti secoli, forse vi fu portato durante le Crociate (secoli XII e XIII), e per il grande Giubileo del 2000 la Santa Sede autorizzò i maroniti a portare la reliquia nel suo luogo di origine in Libano. Una numerosa delegazione capeggiata dal Patriarca Sfeir arrivò fino a qui per prelevare il santo in un clima di grande festa e commozione. Quel giorno, 9 giugno 2001, alla presenza del nostro Priore Generale e del Vescovo di Foligno, il Patriarca consacrò la cappella a san Marone e da allora ricordiamo questo evento con gioia e in comunione fraterna con tutta la Chiesa Maronita.

Questi ed altri motivi ci aiutano a continuare la nostra riflessione iniziata a partire dalla solennità del Corpus Domini, la presenza viva del Signore Gesù, nostro unico Salvatore che ci promise di rimanere con noi «tutti i giorni fino alla fine del mondo».

fratel Oswaldo