Il teologo australiano Gerald O’Collins, scrivendo sulla salvezza cristiana, afferma di aver letto diversi libri sulla redenzione e conclude che quasi tutti gli autori sembrano condividere lo stesso tacito presupposto: «Gli adulti sono gli unici testimoni degni di essere ascoltati riguardo alla condizione umana; è nei termini adatti agli adulti che dovremmo studiare e misurare la redenzione.

i bambini rientrano in qualche modo nel discorso, essi vengono liquidati semplicemente come esseri umani che sono sulla via che conduce all’età adulta»… Ma, O’Collins – condividendo la convinzioni di altri studiosi – tiene in gran conto i bambini considerandoli «come persone che sono spontaneamente religiose e sperimentano il profondo significato dell’esistenza umana, che hanno una loro vita spirituale e sono profondamente contemplative» (Gesù nostro redentore. La via cristiana alla salvezza).

Sulla fede e la vita spirituale-contemplativa dei bambini si sta svolgendo l’oratorio in questi giorni nelle parrocchie affidate alle nostre fraternità. La parrocchia di Borroni, dedicata a sant’Egidio abate è quella che attira il maggior numero di partecipanti. Quest’anno si sta toccando la vetta di 270 bambini iscritti. A sostegno del tema centrale è stata proposta la personalità di Antonietta Meo, detta Nennolina, la bambina romana che a soli sette anni di età ha raggiunto il paradiso e ora è una Serva di Dio, quindi prossima alla beatificazione. Un caso eccezionale, stando al comune modo di considerare la fede dei bambini. Le Letterine che Nennolina regolarmente scriveva a Gesù e alla Madonna, soprattutto durante gli anni della malattia, sono i documenti preziosi che hanno ispirato il “nostro” fratel Gabriele nella preparazione dell’intero programma.

Mercoledì 20 giugno, ore 10, una visita attesa e graditissima: Caterina Prosperi, la “nonnina” di Colfiorito (poco distante da Foligno) che ai tempi è stata la babysitter della piccola Antonietta, a Roma. Nonostante la bellezza dei suoi 96 anni e la fatica nel camminare, conserva un’ottima lucidità e soprattutto mantiene vivo il ricordo di Nennolina, la piccola che ha riempito di gioia la sua lunga esistenza. Forse lei stessa non s’immaginava una presenza così numerosa di bambini interessati tutti alla “sua” bambina. Aveva gli occhi raggianti ogni volta che doveva rispondere alle diverse domande che i rappresentanti di gruppo le rivolgevano.

L’atmosfera era proprio piacevole: grande entusiasmo e partecipazione da parte dei bambini, i canti ispirati alle “preghierine” della piccola Serva di Dio, la testimonianza di Caterina che ha insistito nel convincere i piccoli che Antonietta Meo non era molto diversa da loro in quanto voleva bene le persone, era allegra, sapeva giocare o da sola o assieme agli altri e, qualche volta, faceva i capricci! Tuttavia, aggiungeva, «parlava con Gesù». Alla domanda se Nennolina avesse voluto partecipare a “questo” oratorio, la vecchietta se l’è cavata alla grande rispondendo semplicemente: «ma la mia Antonietta è qui con voi»!

È stata lanciata ai bambini la proposta di scrivere le proprie letterine a Gesù per raccontargli i propri sentimenti. Finora ne sono state raccolte circa 200 nelle scatole preparate appositamente… Insomma, forse è necessario ricordare che Qualcuno un giorno disse: «Se non diventerete come questi bambini non entrerete nel regno», e magari potremmo continuare a riflettere sul perché la maggior parte degli adulti ritiene gli anni della catechesi solo una prassi (se non un obbligo) perché i figli possano accedere ai sacramenti per poi salutarci… E la fede? E se Nennolina non fosse solo un caso eccezionale?

fratel Oswaldo