Proprio ieri è uscito il secondo libro scritto dal nostro fratello Oswaldo dal titolo Come Gesù a Nazaret. È una pubblicazione che ripercorre l’esperienza di vitadi fratel Carlo Carretto al seguito di Gesù sulle orme lasciate da Charles de Foucauld.

Apparentemente potrebbe sembrare roba già detta e scritta, come si dice anche Oswaldo nell’introduzione, ma due motivi di novità ci sono: «dove sono finiti i lettori (di Carlo Carretto) non italiani?»… eccone uno che «si alza per chiedere di prendere la parola», ed inoltre: «per cercare di farmi perdonare cercherò di studiare il personaggio da una angolatura particolare: il suo rapporto con il messaggio spirituale di Charles de Foucauld».

Il mio parere, sebbene io sia un lettore pigro e ignorante, è che sia un libro simpatico e interessante per almeno un paio di ragioni. Proverò ad esprimerle.

Anzitutto mi piace il tono dato dall’introduzione e dall’epilogo che fa emergere il fatto che questo libro non l’ha scritto un osservatore distaccato o uno storico, bensì un piccolo fratello di Charles de Foucauld, letteralmente “innamorato” di Carlo Carretto: «quando lessi per la prima volta Lettere dal deserto di Carlo Carretto niente nella mia vita fu come prima. Quel libro è stato per me come «una vampa di fuoco, una fiamma divina», questo è scritto nell’introduzione, mentre nell’epilogo: «correva l’anno 1988, 16° della mia vita, quando, per disegno della divina Provvidenza, mi è stato consigliato di leggere le tue Lettere dal deserto e da allora non ho più smesso di leggere i tuoi libri e tutto ciò che ti riguarda». L’esperienza di Carlo Carretto ha messo Oswaldo alla sequela di Gesù sulle tracce da lui lasciate e che a loro volta ricalcavano quelle del Beato Charles de Foucauld. Tutto questo rende speciale il libro e gli dà un tono particolare.

Il secondo motivo lo vedo legato al fatto che questo libro è stato scritto dopo un ritiro fatto a Spello nel conventino di San Girolamo, dove Carlo ha vissuto la terza parte della sua vita. E in particolare dopo aver pregato sulla sua tomba, dove, come scriveva Carretto, si deve venire per chiedere: «solo che preghi per la vostra fede». Questo libro si propone l’obbiettivo di dar voce al «profeta di Spello» in quest’Anno della fede. A cinquant’anni dall’apertura del Concilio Vaticano II, la voce di uno che ne è stato precursore e poi ne ha entusiasticamente e profeticamente vissuto le intuizioni più vere e profonde, ci stimola ancora a camminare nella direzione che ha impresso alla Chiesa.  Ha tante cose da dire in questo tempo di crisi, di secolarizzazione, di smarrimento. Probabilmente ha delle risposte, sicuramente ci rimette nell’ottica cristiana di una Speranza che non muore: «Forse sei stato simile a una stella cometa che molti riescono a vedere in tutto il suo splendore per poi scomparire nel firmamento. Oppure sei stato un segno per noi oggi affinché leviamo un po’ il nostro sguardo dalla terra per poter contemplare il cielo?». Del resto la triplice esperienza di Carlo ha da dire qualcosa a tutti e racchiude la vita di molti: laico di Azione Cattolica fino a 44 anni e poi piccolo fratello pendolare tra vita contemplativa e vita attiva, tanti anni nel deserto e poi Spello, luogo di accoglienza per tanta gente, ma anche luogo silenzioso specialmente in alcuni mesi dell’anno, senza dimenticare l’opera di evangelizzazione attraverso i suoi libri.

Che dirvi ancora? Leggete e vedrete. E se per caso state ancora pensando al regalo di Natale… dovete solo rivolgervi alla vostra libreria cattolica più vicina!

Fratel Gabriele