Potrebbe non sembrare corretto che un fratello faccia gli elogi di un fratello, che ci si faccia pubblicità in casa, ma non posso fare a meno di comunicare alcune impressioni sul nuovo libro di Oswaldo.

Mi trovo in Italia da qualche giorno e ho colto l’occasione di un po’ di stacco per leggere, avidamente, il nuovo lavoro di fratel Oswaldo. Come già reso noto nel nostro sito, è uscito il libro «Come Gesù a Nazaret. Carlo Carretto sulle orme di Charles de Foucauld», un tentativo di porre a confronto l’esperienza di Charles de Foucauld e di Carlo Carretto, analizzando i tratti di continuità tra i due importanti personaggi. Importanti per la nostra piccola fraternità, ma pure per l’intera Chiesa, perché hanno segnato in forme e modi diversi la storia della spiritualità dell’intero popolo di Dio e quella della Chiesa italiana in particolare.

Il libro si apre con due capitoli che accennano in maniera sintetica ma competente alla vita di Carretto e di fr. Charles, per poi addentrarsi nella figura del Carlo italiano approfondendo il suo rapporto con il deserto e con l’avventura di Spello. Il capitolo conclusivo è dedicato al confronto tra i due personaggi attraverso l’approfondimento di alcuni temi-chiave quali l’assoluto di Dio, l’assoluto dell’uomo, Nazaret, Parola-Eucaristia-Chiesa, amicizia e condivisione, l’universalità della Salvezza.

Ma quello che vogliamo riportare non è una recensione del testo, quanto piuttosto l’impressione di un lettore. Oswaldo riesce a muoversi con disinvoltura e competenza nei testi dei due autori (come dice mons. Sigismondi nella sua introduzione), riportando stralci notevoli che danno l’opportunità di assaggiare con gusto il pensiero e la spiritualità comune eppure diversificata di questi due uomini. La sensazione è quella di un tuffo ristoratore nell’intimità con Dio nella consapevolezza di aver a che fare con persone «solide», che basano la loro esperienza di fede sulle colonne portanti di una spiritualità autentica: la Parola, il silenzio, l’Eucaristia, la Chiesa, la vita.  Un libro dunque che fa bene al nostro vivere saldamente ancorato nell’oggi che può essere il punto di partenza o una tappa importante nel cammino di approfondimento e di ricerca al quale non possiamo sottrarci. Tutto questo a partire dalla fede: la fede di fr. Charles, la fede di fratel Carlo, la fede di noi piccoli fratelli e di noi credenti. Una fede che trova il suo fondamento nell’intimità con Dio, un’intimità dei due «Carli» che il nostro Oswaldo riesce ad intuire e accennare, tanto che lo sguardo del lettore può, quasi con trepidazione, iniziare a penetrarne la profondità. Una lettura che invoglia a leggere: il percorso è talmente coinvolgente che con fatica ci si distacca dalle sue pagine; ma gli assaggi che dà degli scritti dei due autori è un incentivo a prendere in mano altri testi, puntualmente ricordati e citati.

Mi sento allora di esprimere il mio grazie a questo nostro fratello «professore» che con umiltà e pazienza ha portato avanti negli anni lo studio di queste figure importanti e che mette a disposizione di tutti ciò che ha raccolto dalla sua applicazione intellettuale ma soprattutto dalla sua passione per la spiritualità foucauldiana.

Infine invito tutti, sì, senza vergogna o pudore, a prendere in mano questo testo e a leggerlo, augurandovi di poter vivere, in esso, un’esperienza piena di sorprese.

fratel Marco