Una nuova esperienza si è aperta nella vita della fraternità di Nazaret. Da pochissimi giorni ci è stata affidata la cura pastorale e spirituale dell’Ospedale Italiano che porta il nome di L’Aaila al-Muqaddasa (della “Santa Famiglia”).
A Nazaret sono presenti tre diversi ospedali, ognuno dei quali di fondazione diversa che si riferisce alla nazione che lo ha voluto e alla congregazione religiosa che lo ha realizzato. Così esiste l’ospedale francese, quello inglese e quello italiano appunto, di proprietà dei Fatebenefratelli, una congregazione fondata da san Giovanni di Dio (1495-1550) che, colpito dalla drammatica realtà dei malati del suo tempo, costruisce il suo primo ospedale nel 1539 a Granada. A Nazareth invece la fondazione risale al 1882.
L’ospedale dunque è servito anzitutto dalla provincia polacca della congregazione di san Giovanni di Dio, ma la presenza religiosa comprende pure le preziose suore di Santa Maria Bambina (prevalentemente della provincia indiana) che da moltissimi anni prestano la loro opera in questo ospedale. Con noi, le congregazioni presenti salgono a tre e sarà questo anche un bel modo per condividere preghiera, esperienza e stile di vita con l’unico obiettivo di servire il volto crocifisso di Gesù nei malati.
L’impegno di inserimento nella realtà sociale ed ecclesiale di questa città ha dunque iniziato a scrivere una pagina nuova nel libro della nostra vita. Dall’impegno con i ragazzi di Sefforis (che non verrà meno, ma certamente sarà ridimensionato) al servizio a questa forma di povertà che è la malattia. Un percorso che non mancherà di funzionare come scuola per apprendere le nuove Parole che, attraverso questa esperienza, il Signore pronuncerà per noi. Siamo passati attraverso il servizio ai bambini con alle spalle gravi difficoltà familiari per rivolgerci ora agli uomini e alle donne che versano in più o meno pesanti difficoltà fisiche legate alla malattia e all’anzianità. Ma in ogni servizio ci accorgiamo che il Signore ci accompagna e ci plasma.
In seguito potremo raccontare le nostre impressioni in profondità. Ci premeva però condividere questa notizia per invitare tutti gli amici a pregare per questo nuovo inizio.
fratel Marco
di sicuro e…, soprattutto domani, nel ricordare San Francesco. Un abbraccio!
sono felice di questa scelta!!!un ambiente dove si può dare speranza certa e sperimentare carità profonda. un abbraccio gianpiero
sono molto lieto di questa nuova avventura che lo Spirito Santo Vi affida, ma x i bambini si Safforis cosa facevate ? e che cosa farete ora? Sono un pellegrino di Torino che verso la fine di maggio ha avuto la fortuna di conoscerLa. Un abbraccio Gianpiero
vi sono tanto vicina in questa nuova realtà come dice papa francesco “curate le ferite di gesù”un abbraccio da tutte noi
A Sefforis da quattro anni lavoro con ragazzi con gravi difficoltà familiari. Un’esperienza fatta di attività organizzate per loro, di aiuto e sostegno alle loro educatrici e soprattutto di tanto amore dato e ricevuto. Sono per loro (speriamo) una figura “paterna” e loro di sicuro li sento come miei figli.
Ora il servizio sarà un po’ ridimensionato, ma non l’affetto…
fratel Marco
Con l’aiuto del Signore farai cose grandi per tutti i ragazzi che sono in difficoltà, ora anche per gli ammalati che andrai a sostenere con la preghiera.Ciao Marco!!!!!! ti siamo vicini con tanto affetto.