In queste settimane in due delle nostre tre parrocchie nella diocesi di Foligno ci sarà la celebrazione del Sacramento della Confermazione per più di cinquanta ragazzi e ragazze.

Credo che per un parroco questo Sacramento sia fonte di tante riflessioni pastorali! E’ da quando ero ragazzo che sento dibattere sull’età più giusta per fare la Cresima e ancora non avverto di avere una soluzione soddisfacente al problema.

I nostri ragazzi hanno tredici anni e stanno per iniziare a frequentare la terza media. Non sono in grado di dire quale sia l’età più giusta, ma sento sempre più che questa è particolarmente inadatta. E’ infatti l’età della ribellione, l’età di rottura col mondo degli adulti: genitori, insegnanti, preti; l’età del tentativo di affermare se stessi, l’età delle amicizie, l’età delle esperienze nuove. Questo non sarebbe male, anzi! Gesù a dodici anni ha fatto scelte e affermazioni radicali ribellandosi rispetto al mondo adulto nel quale viveva…purtroppo bisogna mettere in conto (non certo per colpa dei ragazzi, ma nostra) che la Chiesa appare oggi tutt’altro che rivoluzionaria, è schiava dei soldi che possiede, invischiata nella politica più sporca…e le sue pur molte luci sono offuscate da questa immagine che è predominante nei mass-media. Secondo me questa miscela di preadolescenza e Chiesa che sa di stantio determina l’esplosione della Cresima! Ovvero: la faccio, così me la levo di torno e poi via.

Ricordo i dibattiti nella Chiesa di Roma degli anni ottanta e le posizioni di molti parroci che cercavano di alzare il più possibile l’età della Cresima per ovviare a questo problema e far arrivare al Sacramento giovani con alle spalle un bel cammino di fede (anch’io nell’82 ho fatto la Cresima a diciassette anni e ricordo che ero abbastanza convinto di quello che celebravo). Questa soluzione potrebbe essere una via d’uscita, ma secondo me presenta alcune difficoltà pratiche, mentre a livello ideologico mi sembra poco criticabile.

Apro una parentesi: chi non è parroco credo colga solo l’aspetto ideologico del problema mentre gli sfugge quello pratico…come quando noi preti diamo buoni consigli ai genitori sull’educazione dei figli che non abbiamo!! Infatti il piano pratico non è poi così trascurabile e quando si propone una soluzione bisogna anche chiedersi cosa capisce e come reagisce chi ho davanti. Se alzare l’età della Cresima significa far emigrare i ragazzi nella parrocchia vicina e poi constatare che quelli che dopo la Cresima continuano a frequentare la parrocchia vicina sono praticamente lo stesso numero di quelli che vengono a fare la Cresima più tardi….mi sembra di capire che non è nell’età il problema! Se l’innalzamento dell’età viene percepito come “requisito per capire” la Cresima mi dico anche che bisogna ammettere (anche teologicamente) che nessuno ha i requisiti per nessun Sacramento: sono doni da accogliere, non premi da conquistare. Senza contare che magari pensiamo che il problema sia solo nei ragazzi e nelle loro famiglie…mentre siamo noi che proponiamo un’immagine di Chiesa (come dicevo sopra) vecchia e sporca.

Dopo queste considerazioni mi dico che il problema dell’età è relativo. Una parrocchia deve cercare di proporre un cammino di fede per tutte le età indipendentemente dai Sacramenti. Ricordo che più di un bambino rumeno ortodosso (quindi battezzato e cresimato appena nato) si è inserito nel cammino di catechesi parrocchiale nella gratuità, per il puro piacere di venirci.

In fondo ogni età ha motivi pro e motivi contro. L’importante da parte nostra è l’accoglienza verso tutti e il tentativo di annunciare Cristo a ciascuno, in ogni stagione della vita. Forse a volte ci preoccupiamo di stabilire regole, criteri per la preparazione…e meno di dare noi testimonianza di Chiesa, mentre negli Atti degli apostoli leggo che il numero di coloro che diventavano credenti cresceva grazie alla “simpatia” della comunità. Insomma, credo che ci capiti di cercare fuori di noi le causa: le famiglie, i ragazzi, la società  (e ciò non è sbagliatissimo) però forse dovremmo curare di più la nostra “simpatia” comunitaria. A partire da noi preti. Anche perchè su questo aspetto possiamo intervenire realmente e non solo a parole.

Ecco perchè credo fermamente in una Comunità, come la nostra dei piccoli fratelli, che annuncia il Vangelo in parrocchia! Per il resto i dubbi restano e la Cresima si farà lo stesso!

fratel Gabriele