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Ora Philippe è già fra la sua gente nella savana del Burkina Faso, accolto con il suo vestito rosso a Yagma nel santuario mariano nazionale con l’entusiasmo proprio del popolo dell’Africa. Sì, scrivo del neo cardinale Philippe Ouedraogo, arcivescovo metropolita a Ouagadougou da sempre legato alla famiglia fuculdiana.

Philippe prima di arrivare a Roma per il concistoro desiderava trascorrere un po’ di giorni in silenzio e nella preghiera e arrivò a Sassovivo, non era la prima volta.

Ci aprì subito il suo cuore: “Ho bisogno di chiedere al Signore il perché di quanto mi  sta succedendo. Veramente. come dice papa Francesco,  questo non significa una promozione, né un onore, né una decorazione: semplicemente un servizio con uno sguardo ampio e un cuore grande. Perchè a me?” Questo l’interrogativo che ci ha proposto più volte nei giorni di  grande serena fraternità.

Esprimendoci anche un secondo interrogativo: “Ditemi, cosa vuol dire per un cardinale essere all’ultimo posto? Che direbbe Charles de Foucauld?” Gli interrogativi si avvertivano ancora di più in cripta di buon mattino nel trovare questo nostro fratello vescovo e cardinale prostrato davanti al suo Signore. Era l’icona di quello che papa Francesco definisce come la teologia e la pastorale più efficace quella “in ginocchio”.

Guardando Philippe in preghiera mi sembrava di sentire una raccomandazione di mia mamma, quand’ero piccino, di dire la preghiera “appena svegliato”. Successivamente ho imparato che devo pregare per svegliarmi. Se non prego non mi sveglio. Davvero più che sveglio, chi prega è uno che è stato svegliato.

IMG_0008Philippe è stato battezzato a dodici anni ed è arrivato al sacramento attraverso la parola e la testimonianza di due suoi compagni di classe.  I suoi genitori, non ancora cristiani, come tutta la sua grande famiglia composta da musulmani, cristiani, religioni tradizionali, non fecero nessuna difficoltà“, tra noi c’è sempre stata  la massima tolleranza, già da piccolo ho capito e vissuto quanto sia importante  il dialogo interreligioso”.

E raccontandosi in una di queste sere: sono nato in un villaggio della savana nel Burkina Faso. Ho avuto la fortuna di andare a scuola. Dico “la fortuna”, perché ai miei tempi penso che al massimo andavano a scuola il 30% dei bambini. Ho fatto gli studi (dalla scuola elementare fino al ciclo istituzionale di filosofia e teologia) sempre nel Burkina. Poi sono stato inviato a Roma dal mio vescovo per ottenere una specializzazione in Diritto canonico. Ho studiato all’università Urbaniana, dove ho scritto la mia tesi sul tema della Poligamia evidenziando i vari aspetti pastorali di questa realtà.

Ho svolto il mio servizio soprattutto come parroco e sono stato nominato vescovo nel 1996 dal papa Giovanni Paolo II.

La mia spiritualità è quella dei presbiteri diocesani; ma ho avuto la grande fortuna di incontrare la Famiglia Spirituale di Charles de Foucauld tramite le Piccole Sorelle di Gesù. Faccio parte dal 1986 della “Fraternità Sacerdotale Jesus Caritas”, una realtà internazionale molto viva. Successivamente il Signore mi ha fatto incontrare voi Piccoli Fratelli di Jesus Caritas, la prima volta che sono stato ad Assisi, mi avete fatto conoscere la stupenda Abbazia di Sassovivo. Voi piccoli fratelli siete come la mia famiglia, da voi mi sento a casa per questo prima di recarmi a Roma per il concistoro desideravo tornare a Sassovivo per poter “ascoltare la voce del silenzio”.

Al seguito del beato Charles de Foucauld, Gesù è il mio “Modello unico”: cerco di essere fedele alla mia vita quotidiana, così come lo era Gesù a Nazaret, fedele alle cose grandi e a quelle piccole, vivendo con semplicità ogni giorno.

La spiritualità di Nazaret: farsi presente a tutti, in contatto continuo con le persone che incontriamo sulle nostre strade;

Gesù incontrato nella Parola, nell’Eucaristia e nel fratello;

La giornata del deserto: una pratica che ho imparato per vivere la preghiera nel silenzio e nella solitudine, per quanto possibile una volta a settimana;

Assieme a Charles de Foucauld, amo anche santa Teresa di Lisieux, ricordando quanto affermava il cardinale Congar, essi sono «i due fari che hanno illuminato il secolo atomico» ossia il XX. Credo che anche il nostro secolo possa ancora ricevere parecchia luce da questi due nostri amici del cielo”.

SAM_5564Al nostro vescovo Gualtiero venuto a salutarlo confidava: “Una piccola comunità monastica è come quel segno evangelico del lievito che può fermentare tutta la pasta. Noi viviamo in un contesto interreligioso e per fortuna la convivenza è pacifica, vi è una collaborazione reciproca e una condivisione di vari momenti e aspetti della vita. Per citare un esempio: dopo la mia nomina a cardinale da parte di Papa Francesco, è venuta una delegazione di 11 imam per congratularsi e manifestare tutta la loro gioia e collaborazione. In qualche modo sono anche il vescovo dei musulmani e di coloro che professano la religione tradizionale. Penso che il pericolo più insidioso sia il fondamentalismo religioso e il conseguente terrorismo, ma ormai anche l’Europa è stata colpita da questo fenomeno che interpella tutti”.

Immagino che ai nostri amici queste note su Philippe cardinale abbiano richiamato  la prima lettera di Pietro dove il primo papa ci ricorda  che tutti noi veniamo «impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale, per un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio» (2,5).

cardinal philippe ouedraogo Benoit XVI

Philippe è una di queste pietre vive che ci aiuta ad amare e accettare con gioia la Chiesa anche se spesso pare avvolta nella ganga delle proprie miserie, nell’’intrico delle proprie contraddizioni e di disordini assortiti.

Tengo fra le mie cose un cartoncino con un detto di Caterina da Siena: «Fa quello che vuoi, ma servi la Chiesa, perché senza la Chiesa saresti più disgraziato di uno che si sta impiccando per disperazione». E’ dura la senese!

Sono sicuro che non mi vergognerò mai della Chiesa. Anzi le sarò sempre riconoscente perfino per le sue ombre, perché mettono in risalto la luce di un Altro.

 fratel Gian Carlo jc