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Sta per uscire il nuovo numero della rivista trimestrale di spiritualità «Jesus Caritas», n. 143/luglio 2016. Come al solito presentiamo diverse riflessioni, scritti e delle testimonianze in questo centenario della morte di frère Charles. Vogliamo condividere questo testo dedicato al ricordo di una grande discepola di Charles de Foucauld:

La passione per l’unità

L’incontro di papa Francesco con il patriarca Kirill di Mosca mi ha fatto pensare a quanto avrà gioito piccola sorella Magdeleine dal cielo… lei che con coraggio indomito fin dal 1956 attraversava ogni anno la cortina di ferro malgrado la precarietà della sua salute, sopportando le fatiche dei viaggi in camionetta con altre due sorelle. Era convinta che le Fraternità avessero molto da imparare dalla testimonianza delle Chiese Orientali e dalla loro spiritualità, attinta alle sorgenti della cristianità. Già il 29 giugno 1950, alle piccole sorelle svelava i suoi sentimenti profondi circa la ricerca dell’unità non solo della Chiesa ma di tutto il genere umano.

Quando mi chiedono da dove vengo, dove vado, qual è il mio approdo, sono sempre imbarazzata a rispondere. La strada è cominciata per me dieci anni fa, e ho camminato senza riposo né tregua, malgrado tutte le contraddizioni e gli ostacoli, e ora si apre ancora più grande davanti a me… Domani sarà l’Oriente, dopodomani Roma, poi l’Africa del Nord, il Camerun…; subito dopo: il Giappone, il Vietnam, l’India e Mosca… E non in sogno né per fanfaronata, come credevano un tempo… È tutto il mio essere consumato che percorre tutte queste strade fino al giorno in cui finalmente, mi fermerà il paradiso…

ps magdeleine 2Nel 1964 ha finalmente potuto entrare nel Paese tanto sognato, dove avrebbe voluto stabilirsi: l’URSS… Noi, sorelle, eravamo ancora toppo giovani e la sua assenza non era auspicabile… Allora decise di intraprendere un viaggio ogni anno e questo quasi fino alla fine di suoi giorni… A poco a poco si sono tessuti dei legami profondi di fraternità con il patriarca Nicodim, con un Monastero di monache ortodosse, con il padre Alexander Men e la sua comunità (Alexander Men è stato assassinato subito dopo il crollo del muro di Berlino) e tanti altri… sempre con tanta discrezione. Ma cos’è che spingeva p.s. Magdeleine a raggiungere i popoli più isolati, più emarginati, più poveri? Non certamente la fiducia in se stessa o nei mezzi umani ma la certezza di essere guidata dalla mano del «Padrone dell’impossibile»:

Io non sono niente, ma Gesù m’ha dato una piccolissima scintilla del suo amore. Non si deve continuare a lasciar soffrire le persone attorno a noi senza andare verso di loro con il pretesto di proteggersi… Vorrei amare tutti gli esseri umani del mondo intero… vorrei mettere una scintilla d’amore in ogni angolo del mondo… una scintilla provoca incendi di boschi… Perché non dovrebbe accendere fuochi nel mondo intero?… Io sono tanto piccola, tanto povera, in fondo tanto timorosa, ma credo che il Signore mi affidi grandi cose e per questo devo essere audace nella via dell’amore.

Un amore concreto il suo: lo si poteva percepire dal modo in cui ci incontrava, dal modo in cui incontrava le persone con il cuore aperto, senza alcuna discriminazione di razze, di culture, di religione, accogliendovi i valori, le aspirazioni, le richieste. Sapeva cogliere il meglio nelle persone nel rispetto delle loro culture e della loro religione. Unità 4Magdeleine di Gesù incarna, attualizzando, le migliori intuizioni di frère Charles nel suo annunciare Gesù avvicinando e camminando accanto a tutti coloro che incontrava sul suo cammino:

Questo è l’essenziale della nostra vocazione (ed è la cosa più difficile): far entrare nel nostro cuore come se fosse l’unico amico, tutti coloro che ci sono vicini e che il Signore ha messo sulla nostra strada, buoni e cattivi, amici e nemici. Portare il messaggio della fraternità attraverso il mondo, nei cinque continenti, a tutti i popoli, siano essi cristiani, musulmani, israeliti o buddisti, marxisti, pagani o atei.

Le fraternità dell’unità

Dopo la grande apertura del Concilio Vaticano II, p.s. Magdeleine sognava le «Fraternità dell’unità»: Fraternità costituite da giovani di differenti religioni e confessioni cristiane, che si consacrano a Dio e divengono piccole sorelle pur restando nella loro Chiesa o nella loro confessione. L’essenziale sarà di avere il senso dell’adorazione e della contemplazione di Dio, una grandissima carità fraterna e un amore di predilezione per i piccoli e i poveri, con il desiderio di vivere le esigenze dell’unità e i valori evangelici… Questa sua ricerca appassionata dell’unità nell’amore l’accompagnerà per tutta la vita perché è il desiderio supremo scaturito dal Cuore di Cristo:

Non basta parlare di amore fraterno. Bisogna parlare di unità nell’amore, perché sempre più mi accorgo che questo è l’autentico spirito di Cristo. Il suo ultimo messaggio prima di morire, quel messaggio che si è soliti raccogliere con tanto amore dalle labbra di chi sta per lasciarci, è stato: «che siano una cosa sola, io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità… che siano uno perché il mondo creda».

Unità 3Personalmente non scorderò mai le parole di un monaco ortodosso pochi giorni prima della sua morte: «La separazione della Chiesa d’Oriente e Occidente è stata una catastrofe per il mondo. Gesù ha detto: che siano uno perché il mondo creda». È l’invito a coltivare nel cuore il desiderio dell’unità nell’amore e a pregare lo Spirito Santo affinché porti a compimento il sogno di Dio per il quale Gesù ha dato la sua vita.

L’abbraccio tra papa Francesco e il patriarca Bartolomeo per commemorare quello tra Paolo VI e Atenagora; il primo incontro a Cuba con il patriarca Kiril dopo secoli di divisione tra le Chiesa di Roma e di Russia; la visita di Francesco assieme al Patriarca Ecumenico di Costantinopoli all’isola di Lesbo in Grecia per esprimere la preoccupazione delle Chiese per la sorte dei poveri… Tutti segni che ci fanno sperare in un futuro per la Chiesa di Cristo insieme alla ricerca dell’unità perduta. Nel segno delle Chiese cristiane unite davanti ai gravi problemi che affliggono l’umanità oggi, emergono attuali – sarebbe più corretto dire profetiche – le parole di p.s. Magdeleine:

Guardate la carta del mondo. È un’inezia quello che percorriamo. E soprattutto, guardate nel mondo il numero di tutti gli infelici che ci chiamano: i carcerati, i deportati, gli straccivendoli, gli spazzini, la gente dei dormitori pubblici, i lavapiatti… e accoglieteli nella vostra preghiera in attesa di poter essere un giorno presenti in mezzo a loro.

 Maria Renata di Gesù, psg