Sabato 29 aprile. La nostra giornata è iniziata molto presto – anche per mancanza di sonno per il fuso orario – perché da queste parti quando si dice fare festa si fa sul serio! I familiari del nostro Jonathan, sostenuti dalla collaborazione di decine tra parenti, amici e vicini di casa, avevano iniziato i preparativi da tre giorni e hanno lavorato fino alle prime ore di questa mattina. La sera prima sono arrivate le piccole sorelle del Vangelo che vivono in Guatemala per partecipare alla festa. Alle otto del mattino il vicario parrocchiale, “padre Poli”, assieme a una delegazione nutrita di fratelli e sorelle del Consiglio parrocchiale si sono presentati per iniziare insieme la processione verso la chiesa dedicata al Sacro Cuore di Gesù dove il Nostro ha presieduto alla sua prima Eucaristia.

Abbiamo ripercorso le stradi principali passando in mezzo alla gente, tra i negozi, il traffico e la piazza principale fino a raggiungere il tempio. All’ingresso ci attendeva, con nostra grande sorpresa, mons. Julio Cabrera Ovalle, vescovo di Jalapa, da lunghi anni legato alla nostra fraternità per vincoli di amicizia, in particolare al nostro priore fratel Gian Carlo. Nella diocesi di mons. Cabrera da circa tre anni è presente la Famiglia spirituale di Charles de Foucauld rappresentata dalle sorelle del Vangelo. Attualmente la loro fraternità è composta da quattro sorelle. In pochi minuti tutto era pronto per iniziare la solenne concelebrazione. Anche altri amici presbiteri sono arrivati per vivere insieme a noi la gioia di essere Chiesa. Le diverse associazioni ecclesiali si erano divisi i compiti per abbellire la chiesa – così come le mamme si erano dedicate a preparare il pranzo per una folla – e tutto risplendeva della luce della Risurrezione!

Quando dalle nostre parti ci sono le feste si sa grosso modo quando iniziano, ma molto difficilmente quando finiscono. Soprattutto è prudente non parlare del numero dei partecipanti, “mille per cominciare”, disse papá José e non è facile riuscire a capire come facciano per dar da mangiare a una folla e alla fine «riempire le ceste con i pezzi avanzati»! Dopo la celebrazione eucaristica, di nuovo ci mettiamo in cammino, questa volta scortati dai ragazzi del movimento Scout di cui Jonathan faceva parte a suo tempo. Questa volta la processione è ancora più nutrita accompagnata dalla banda e tra la folla un vescovo amico, i presbiteri, le religiose e tutti coloro che hanno voluto partecipare. Una volta giunti a casa – perché la festa si fa sempre in famiglia – il contesto era impressionante: musica dal vivo, tanti applausi, petardi in abbondanza, sorrisi, baci ed abbracci da ogni parte e non mancano mai gli aromi dell’incenso, degli aghi di pino, dei fiori e del cibo che fra qualche minuto comincerà ad essere distribuito da decine di persone, spesso giovani.

La Chiesa in America Latina ha le sue caratteristiche peculiari. È sicuramente un “popolo in cammino”, un contesto che ti fa toccare con mano la vitalità e la giovinezza. Una chiesa fatta di pietre vive, di uomini e donne che diventano i “testimoni della Risurrezione” per il nostro tempo. È sufficiente tuffarsi nella folla per comprendere molte delle frasi di papa Francesco: «Tutto il popolo di Dio annuncia il Vangelo»; «Non lasciamoci rubare la nostra gioia»; «Una Chiesa in uscita»; «Ogni pastore dovrà camminare qualche volta avanti, altre volte insieme, oppure dietro al gregge».

Potrebbero sembrare parole piene di ottimismo – spesso ci facciamo prendere soltanto dall’immagine dell’America Latina che trasmettono i mezzi di comunicazione –, ma oltre allo sforzo di obiettività vogliamo condividere fraternamente le nostre impressioni. È soltanto un piccolo assaggio di quanto stiamo vivendo! Buona domenica a tutti!

Fratel Oswaldo jc