Siamo da qualche giorno tornati con fratel Jonathan dalla marcia francescana con i ragazzi delle nostre parrocchie folignati…cerco di raccontare qualcosa.



Anzitutto parto dalle “lamentazioni” che hanno caratterizzato l’esperienza! Leggendo l’articoletto di fratel Marco sull’animazione estiva con i bambini di Seforis mi ha colpito il racconto del bambino che gli diceva: “come mai tutti qui ti vogliono bene?”. Io mi sono sentito dire di tutto: “stai distruggendo il dopo cresima con queste cose”, “ma non crederai che a noi ci importi niente di San Francesco, siamo qui solo per stare insieme”, “il prossimo anno qui non ci rivedi”, “che pizza con questa preghiera”…e via dicendo. Frasi non proprio consolanti, forse un po’ amplificate dalla stanchezza del cammino (visto che verso sera si attenuavano leggermente). Frasi che però rispecchiano la realtà e mi fanno domandare: “ma che ho concluso in questi anni?”. Quanta ragione aveva don Milani: “se non lo si sapesse in partenza che il nostro è il mestiere dei fiaschi ci sarebbe da deprimersi”.

Comunque non voglio lamentarmi anch’io!

Al di là di questo aspetto è stato simpatico partire a piedi dalla nostra chiesa parrocchiale di S. Egidio. Ogni giorno abbiamo camminato diverse ore lungo il sentiero francescano che parte dalla Verna e arriva a Greccio ed è molto ben segnato (…anche col mio pessimo senso dell’orientamento sono riuscito a non smarrire la strada). La mia speranza era riposta nella frase: “le cose più belle si imparano con i piedi”…ma non so’ quanto abbia funzionato!

Un libretto con dei passi tratti da “Io Francesco” di Carlo Carretto faceva da quaderno di strada e accompagnava i momenti di preghiera (non molti!). L’ultimo giorno vissuto a Gubbio è stato caratterizzato dalla mattinata di deserto che i ragazzi hanno accolto con rassegnazione, ma anche con serietà (almeno così ho percepito durante la riconciliazione e nella condivisione finale).

L’aspetto culinario ha funzionato alla grande con tre cuochi che a Foligno ci preparavano la cena e il pranzo al sacco che poi alcuni genitori ci portavano a destinazione.

Per il sonno delle stanze parrocchiali hanno fatto da albergo tranne una notte passata in un agriturismo (con piscina…elemento universalmente riconosciuto come positivo).

Insomma, come mi ha detto stamattina una signora dopo la Messa: “ma tu ti sei divertito?”…io ho detto: “si”, “beh allora va bene così”.

fratel Gabriele