Ho esitato prima di scrivere queste righe perché sembra che non si possa parlare di altro che di crisi: mercati, borsa, spread, tasse, benzina, ecc. Qualcuno ci prova sui quotidiani on-line a parlare di ottimismo, ma…

puntualmente viene bombardato dalle critiche e commenti il più delle volte conditi di rabbia e anche cattiveria. Proibito parlare di ottimismo! Ma è proprio vero? Personalmente non sono d’accordo. Credo che parlare con un po’ di ottimismo sia innanzi tutto un dovere cristiano. In uno dei suoi messaggi Papa Giovanni XXIII, diceva: «La lunga pratica della vita insegna a tutti che per la felicità del nostro spirito, giova assai più scorgere nelle cose il bene e soffermarcisi, che cercare il male e il difettoso, e sottolinearlo con leggerezza, peggio poi se con malizia».

Un amico giornalista diceva ai suoi allievi che al momento di scrivere un articolo (una notizia), ognuno ci si doveva impegnare al massimo ben consapevoli che su diecimila lettori che, forse o probabilmente avessero sfogliato il giornale, soltanto due avrebbero letto tutto il testo e alla fine non avrebbero condiviso le sue idee… Questo è ottimismo! Il mio ottimismo inizia con la consapevolezza che chi mi leggerà – fossero solo due –  lo farà per amicizia e quindi non mi pioveranno addosso le critiche!

L’ottimismo non è la virtù degli ingenui e tanto meno un atteggiamento da “menefreghisti”, esso è consiglio evangelico nello spirito delle Beatitudini. Molto spesso ci lasciamo afferrare dal comune pensare e dire, alla fine ci convinciamo. Siamo convinti di stare male, di essere in crisi, di non voler guardare al futuro perché si annuncia nero.

Il domenicano Ennio Said nel sul nuovo libro scrive: «Le crisi economiche preoccupano soprattutto chi ha qualcosa da perdere. I poveri non hanno nulla da perdere. Sono “come i gigli del campo” e continueranno a godere di quel poco che riesce a farli sorridere. Per i ricchi è una tragedia». Questo potrebbe essere solo un punto di vista, la vita è più complessa, e tante volte la vita è una questione di punti di vista. Ma il punto di vista cristiano non dovrebbe essere pessimista, altrimenti vengono meno la fede e la speranza, nel peggiore dei casi anche la carità. L’attuale crisi economica potrebbe avere almeno un lato positivo, quello di farci riscoprire la gioia delle cose semplici, di ricuperare un po’ dell’essenzialità nella vita.

Concludo citando ancora una frase di Papa Giovanni:  «Ricordiamo che i giorni della passione sono tre: tutto il resto dell’anno è risurrezione, è vittoria, vita».

Buona Pasqua Epifania a tutti!

fratel Oswaldo