Stavo rientrando in Italia lo scorso luglio 2012. Sono salito tra i primi sull’aereo a Tel Aviv e, una volta seduto al mio posto, ho atteso che si riempisse domandandomi, come faccio di solito, chi saranno i miei compagni di viaggio, quali volti, quali storie, chi siederà sul seggiolino accanto al mio. Sono passate numerose persone prima che arrivassero i miei compagni ma quando li ho visti sono rimasto sorpreso. Ragazzi giovani con strumenti musicali sulle spalle: liuto, viola, violoncello… Una piacevole sorpresa.

Non ci è voluto molto a capire chi fossero, se non altro per la loro contagiosa allegria. Erano ragazzi arabi facenti parti dell’Orchestra Giovanile Palestinese. Erano diretti in Italia per una tournée di concerti nelle maggiori città e nei più bei teatri italiani.

Proprio accanto a me sedeva Omar, quasi diciottenne, un druso di Al-Mghar, villaggio poco distante da Nazaret. In pochi minuti abbiamo iniziato a chiacchierare e a raccontarci i motivi dei nostri viaggi e in altrettante poche battute ho potuto ammirare la vitalità, l’apertura, la voglia di vivere di questo ragazzo.

Ma perché ne parlo? Pochi giorni fa ho linkato un post di BoccheScucite, blog di Pax Christi, sito che seguo quotidianamente sul quale vedo apparire la foto di Omar.

 

Dal sito Tha Palestine Youth Orchestra

Non molti sanno che la comunità drusa è una delle etnie presenti in Israele. Già dal 1956, a pochi anni dall’autoproclamazione dello stato di Israele (1948) i capi religiosi di questa comunità hanno firmato degli accordi per cui sarebbe stato obbligatorio il servizio militare anche per i drusi. Spesso sono arruolati per le unità di combattimento più pericolose che rischiano la vita in operazioni molto rischiose o che sono le prime ad entrare in battaglia.

Ebbene, il nostro Omar, in nome e a partire dalla musica che lo ha legato ad amici di Ramallah, Nablus, Jenin, e altri villaggi dei Territori Palestinesi, si rifiuterà di prestare servizio per non dover essere costretto a combattere proprio contro i suoi amici arabi. Riportiamo la lettera che ha scritto al ministro della difesa che gli costerà indubbiamente il carcere.

Segnaliamo di seguito pure il sito che è stato creato in supporto di Omar e della sua scelta. A lui va la nostra stima, la nostra amicizia e la nostra preghiera.

fratel Marco


Dal sito The Palestine Youth Orchestra

Gentile Ministro della Difesa di Israele,

Io sono Omar Zahr Al-deen Saad, dal villaggio di al-Maghar, Galilea. Ho ricevuto l’ordine di presentarmi il prossimo 31 ottobre all’ufficio arruolamento dell’esercito, a norma dell’obbligo di coscrizione per la comunità drusa; a proposito di ciò vorrei chiarire alcune cose:

  • Rifiuto di presentarmi all’ufficio arruolamento perché non accetto la legge che prevede l’arruolamento obbligatorio per la comunità drusa;
  • Lo rifiuto perché sono un pacifista e odio ogni tipo di violenza e perché credo che questo esercito sia basato sulla violenza fisica e psicologica. Da quando ho ricevuto l’ordine di iniziare le procedure per l’arruolamento la mia vita è cambiata completamente. Sono diventato molto nervoso e con una grande confusione in testa. Mi sono figurato in mente molte situazioni dure e non riesco a immaginarmi con l’uniforme addosso che contribuisco alla repressione che Israele compie verso il popolo palestinese e non combatterò i miei fratelli arabi e le mie sorelle arabe;
  • Rifiuto di diventare un soldato israeliano o di andarmi ad arruolare, anche in qualsiasi altro esercito, per ragioni morali e nazionaliste;
  • Odio l’ingiustizia, la disuguaglianza, l’occupazione e odio il razzismo e le restrizioni sulla libertà;
  • Odio chi arresta bambini, uomini e donne.

Sono un suonatore di viola, ho suonato in molti posti e ho amici musicisti da Ramallah, Gerico, Gerusalemme, Hebron, Nablus, Jenin, Shafa’amr, Elaboun, Roma, Atene, Amman, Beirut, Damasco, Oslo ed tutti noi suoniamo i nostri strumenti per la libertà, umanità e pace. La nostra arma è la musica.

Faccio parte di un gruppo religioso che è stato, e continua a esserlo tutt’ora, oppresso. Quindi… come posso combattere contro la mia famiglia, i miei fratelli e le mie sorelle in Palestina, Siria, Giordania e Libano? Come posso imbracciare un’arma contro i miei fratelli e le mie sorelle in Palestina? Come posso lavorare come soldato al check-point di Qalandiya o in qualsiasi altro posto di blocco? Io sono una di quelle persone che ha subito l’ingiustizia nei check-point e nei posti di blocco. Come posso impedire a un mio fratello di Ramallah di visitare la sua casa a Gerusalemme? Come posso fare la guardia al muro dell’apartheid? Come posso fare da carceriere contro il mio popolo? E so che i detenuti (palestinesi, ndt) nelle carceri israeliane sono combattenti della libertà.

Suono per divertimento, per la libertà e per quella pace giusta che si basa sul fermare gliinsediamenti e l’occupazione israeliana della Palestina. Quella pace giusta che si basa sull’istituzione di uno stato palestinese indipendente che abbia Gerusalemme come capitale, sulla scarcerazione dei detenuti e sul il ritorno in patria di tutti i rifugiati.

Molti dei nostri giovani hanno prestato servizio nell’esercito israeliano, ma cosa hanno ottenuto? Sono forse speciali? I nostri villaggi sono quelli più poveri, le nostre terre sono state espropriate e lo sono rimaste tutt’ora; non ci sono mappe strutturate né aree industriali. Il numero di laureati nei nostri villaggi è il più basso della regione e il tasso di disoccupazione tra i più alti.

Per quest’anno ho intenzione di continuare il liceo con la prospettiva di poter andare all’università. Sono certo che lei farà di tutto per fermare la mia umana ambizione, ma l’ho dichiarato a voce alta: “Sono Omar Zahr Al-deen Mohammad Saad, non sarò la benzina che incendierà la sua guerra e non sarò un soldato del vostro esercito”.

Firmato: Omar Saad

Traduzione di Valerio Evangelista