RV3Nella solennità del Sacro Cuore di Gesù, «festa di tutte le fraternità» per volere di frère Charles, vogliamo condividere questa lettera indirizzata ai piccoli fratelli di Gesù nel 1961, ma sempre riproponibile nel nostro cammino di conversione. Ci sembra un ottimo aiuto per chiunque voglia meditare su quel cuore sormontato da una croce posto fra le parole «Iesus Caritas – Gesù amore» che esprimono tutta la bruciante tensione salvifica del Cristo nei confronti dell’umanità.

Sono settimane che sento il bisogno di scrivervi. Quando non lo faccio, non è soltanto il rimorso di non adempiere un dovere che mi sollecita, ma, forse ancor più fortemente, l’impressione che uno scambio regolare fra noi, a cuore aperto, è un elemento essenziale per la realizzazione di una vera fraternità e per il rinnovamento di quel periodico sforzo di ripresa senza il quale non vi è perseveranza.

Questo ripartire nuovamente, questa volontà di uscire dal progressivo affondare che ci minaccia, questo ringiovanire dell’anima frutto di uno slancio mattutino della volontà che, ricordando il voto che la lega al suo Signore, riprende ad affrontare coraggiosamente la giornata donatale da Dio per realizzarvi il dono sulla croce, tutte queste riprese, tutti questi sforzi da un ritiro all’altro, da una confessione all’altra, da una revisione di vita all’altra, tutte le povere prove d’amore secondo la nostra misura, che si addizionano con il passare degli anni, tutto ciò è più grande, più solido del dono fatto nel giorno della nostra professione: è la nostra perseveranza. Lo sento come tutti voi; prego assai spesso affinché ogni piccolo fratello – e ciascuno ha per me veramente il suo nome – ottenga dal Salvatore la grazia della fedeltà fino alla morte. […]

RV2Saremo giudicati sull’amore; il comandamento del Signore sulla carità fraterna ci sollecita continuamente, poiché il fine che ci è assegnato e che non possiamo eludere non può essere raggiunto quaggiù: amare come Gesù ha amato. Per il comandamento del Signore siamo dunque tenuti a far sempre meglio. È qui il fulcro della vita religiosa. Non ci serve a nulla sforzarci su altri punti se non abbiamo la vera carità. La vita religiosa è ipocrisia, o almeno illusione, se non ci porta ad un continuo sforzo nella carità. Certo, abbiamo la retta intenzione; ma in pratica? Mi colpisce il vedere a quali incoerenze arriviamo. Vi è in noi una specie di opacità, di pesantezza, di affermazione di noi stessi che soffoca continuamente i veri moti della carità fraterna, oppure ci illude al punto che non possiamo neppure concepirli.

Non eludete questo punto: è il più difficile, ma bisogna fronteggiarlo. Parlo soprattutto della carità tra voi, fratelli di una stessa fraternità in costante comunanza di vita, oppure fratelli lontani di cui ci si disinteressa; parlo anche della carità verso i vostri responsabili.

Sono sempre più colpito dall’estrema importanza delle raccomandazioni fatte da san Giacomo nella sua Lettera a proposito della difficoltà di imporre alla propria lingua la legge della carità. Quanto male viene fatto da parole ironiche, canzonatorie, da tutto ciò che contribuisce a diffondere la mormorazione sul conto degli uni e degli altri. La caratteristica dei peccati di parola è ch’essi sfuggono assai spesso alla nostra consapevolezza: non si fa attenzione, si dice tutto, si parla senza riflettere, e la carità, la fiducia reciproca sono distrutte senza che ce ne si renda conto. Vorrei tanto che la Fraternità fosse perfetta in questo campo; che tra noi – e soprattutto verso i responsabili – ci fosse sempre la fiducia, la lealtà, la chiarezza, e mai la critica o il giudizio. Il più strano è che voi ne siete convinti, che lo volete, ma la vostra lingua non obbedisce, le vostre parole vi tradiscono e si drizzano continuamente come un muro distruttore della carità, della reciproca fiducia. Sarebbe tanto buona cosa se, nonostante le apparenze, voi sapeste sempre aver fiducia nelle «decisioni dell’autorità», e interpretare sempre bene le cose.

Non posso dilungarmi, ma rileggete san Giacomo (3,1-12) ed anche san Paolo: e considerate con grande serietà nelle vostre revisioni di vita questi diversi aspetti della carità fraterna che deve unirci e che è la ragione della nostra gioia.

René Voillaume, Sul cammino degli uomini

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