In questi giorni mi sono risuonate molto forti queste parole del padre  René Voillaume  pronunciate durante una sua omelia (1996), ne faccio dono ai miei fratelli, sorelle e amici, in questa Pasqua del Signore Gesù 2011:

“Quando fr. Charles parlava dei poveri, pensava generalmente a quelli che si trovano in una tal situazione da non poter ricevere facilmente la rivelazione del Figlio di Dio, il Vangelo.

Amare di un amore preferenziale gli uomini che hanno maggior bisogno, i più poveri materialmente ma anche quelli la cui povertà è morale. Questo è l’amore e questo amore guiderà il nostro atteggiamento nei loro confronti.

Ci si potrebbe accontentare di ciò che fanno certi organismi: offrire aiuti materiali, collaborare per uscire da una condizione di fame, cercare di lottare contro le epidemie.

Non è così per noi, perché ciò che guida il nostro atteggiamento, il nostro comportamento, i nostri sentimenti nei confronti dei poveri, è vivere in modo che essi si sentano rispettati e raggiunti dal nostro amore, un “amore amichevole”. Guardate l’atteggiamento di frère Charles in mezzo ai Tuareg: era semplicemente se stesso, come un povero tra poveri ma li amava e l’uguaglianza era stabilita dalla sua conoscenza della lingua. Ciò che conta è l’amore. Alla luce di questo amore decidiamo il nostro modo di vivere… I nostri comportamenti, i nostri sentimenti devono essere tali che i poveri si sentano a loro agio con noi come in una vera amicizia.

“Diventare come uno di loro”: questo significa fare tutto ciò che possiamo per “far cadere le barriere”, che esistono più di quanto pensiamo. Per questo l’atteggiamento di frère Charles è quanto mai appropriato e retto. Non ha preteso essere ciò che non era, ma ha amato molto e ha fatto di tutto per comprendere i più poveri e far loro capire che li amava”.

fratel Gian Carlo