Durante la verifica dell’esperienza appena vissuta, nessuno dei quattordici adolescenti che hanno preso parte al pellegrinaggio tra i quattro santuari della valle santa di Rieti (così amava chiamarla San Francesco), ha evidenziato l’aspetto religioso…tutti sono rimasti colpiti dalla strada a piedi, dal cambiare posto di pernottamento in continuazione, dall’esser stati bene insieme, dall’aver vissuto senza televisione; nessuno si è soffermato sul santo che ci ha fatto muovere sulle sue orme!

Bella roba! Tanto valeva averli lasciati a casa!!

Almeno così ho pensato…poi mi sono detto che Gesù ci ha lasciato detto: “Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare” (Luca 17)…e queste parole mi hanno consolato facendomi guardare con un po’ di umorismo le cose che si fanno in parrocchia e dicendo: “mica penserai di essere tu il salvatore di quei ragazzi…non lo sai che li ha salvati Gesù? Che cosa pretendi di vedere?”.

Al di là di queste considerazioni sui frutti, l’esperienza è stata quantomeno interessante!!

Ci siamo mossi a piedi da Greccio a Fontecolombo, poi verso la Foresta per arrivare a Cantalice, infine da questo paesino a Poggiobustone. I quattro santuari della valle santa hanno scandito i nostri giorni intorno alla vita di San Francesco che abbiamo letto attraverso alcune pagine di “Io Francesco” (un bel libro di Carlo Carretto) e attraverso le testimonianze dei frati che ci hanno fatto conoscere i luoghi nei quali vivono e che tanto hanno significato nella vita del poverello d’Assisi.

Questa precarietà: sacco a pelo e materassino, zaino da fare e disfare ogni giorno, portare l’essenziale, camminare per diverse ore al giorno…è stata la nostra maestra. 

Avevo detto ai ragazzi che gli scout dicono che le cose più belle si imparano dai piedi e almeno questo hanno ammesso di averlo sperimentato!

Certo abbiamo vissuto in modo inusuale e constatato che siamo pieni di cose inutili, abbiamo imparato meglio che Dio ha fatto il giorno per lavorare e la notte per dormire (sentirmi dire dai ragazzi: quando andiamo a letto?, è stato un trionfo per me), abbiamo imparato che Dio continua a parlare oggi attraverso il Vangelo, che pregare è fondamentale per la vita, che la vita fraterna autentica è il desiderio di Dio per noi. Ma forse sono solo io che dico “abbiamo imparato” mentre i ragazzi dicono: “abbiamo camminato tanto e basta”.

Passo e chiudo.

 fratel Gabriele