C’è chi fugge dalle previsioni catastrofiche del meteo e, anziché dirigersi verso l’appennino, emiliano preferisce rifugiarsi nella “calda” Roma…


…è quello che abbiamo testato noi fratelli per una tre giorni di ritiro e svago dopo la sessione d’esami invernale. Grazie alle iniziative  di Gabriele, nostro “cittadino romano doc”, siamo stati infatti ospitati dalle Religiose della Croce del Sacro Cuore di Gesù, monache di clausura davvero affabili, disponibili, che osservano l’adorazione Eucaristica perpetua. Così abbiamo condiviso lo spazio della preghiera liturgica insieme alle suore, un ramo della famiglia della spiritualità della croce, frutto della vita e delle opere di Concepciòn Cabrera de Armida (Conchita). La venerabile nacque quattro anni dopo fr. Charles in Messico, fu madre di nove figli e nel 1906 ricevette “l’incarnazione mistica”, grazia centrale della sua vita.

Ma i giorni nella città eterna sono stati anche colmi di incontri intensi, significativi, sereni (beh, ad essere sinceri anche gustosi e rifocillanti visto che si è trattato di pranzi e cene!) con i “don” Remo, Luigi, Marco, nonchè i genitori di Gabriele. Per i nostri fratelli del Guatemala è stata anche l’occasione per respirare aria di casa dato che abbiamo fatto conoscenza con tre sacerdoti studenti del loro paese: il mondo è piccolo!

Portiamo nel cuore il canto del vespro nella splendida Abbazia millenaria di S. Nilo a Grottaferrata, dove è presente una comunità di monaci basiliani di rito greco-bizantino. Ma non possiamo dimenticare le escursioni a teatro e alla mostra per l’unità d’Italia al Quirinale: le foto dello slideshow commentano meglio delle parole.

Il finale non è proprio a buon fine, date le quattordici ore di viaggio non stop per tornare a Foligno causa neve. Sicché, se in quel momento il nostro animo non era quello del Siracide che loda il Signore poichè “Fa scendere la neve come uccelli che si posano,
come cavallette che si posano è la sua discesa;
l’occhio ammira la bellezza del suo candore 
e il cuore stupisce nel vederla fioccare” (Sir 43,18), almeno possiamo sentirci fratelli delle migliaia di automobilisti bloccati dal maltempo e, forse, dopo il lungo viaggio, anche un pò come il prode di Davide “Benaià, uomo valoroso che scese anche in mezzo ad una cisterna in giorno di neve per uccidere un leone” (2Sam 23,20)…

A Sassovivo, riposati, possiamo ora glorificare Dio per questi giorni di fraternità e così inneggiare a Colui che “Fa scendere la neve come lana, come polvere sparge la brina”.

fratel Giovanni Marco