Ore 6,30 del mattino. Faisal è alle prese con un nuovo carico di foglie di vite da sistemare davanti al suo negozio.

Faisal è il nostro khudargi (verduraio) di fiducia. Lo conosciamo da tanti anni ed è un carissimo amico della fraternità di Nazaret. Musulmano DOC, non ha mai smesso di esserci vicino anche nei momenti più duri dell’ultima intifada quando le relazioni tra cristiani e musulmani si erano fatte tese e molti si erano voltati reciprocamente la faccia. Con lui l’amicizia ha retto ed è diventata sempre più forte e significativa. Non manchiamo di scambiarci gli auguri nei giorni di festa delle rispettive comunità religiose e, di tanto in tanto, viene con alcuni dei suoi figli a visitare la nostra fraternità.



Il suo è un duro lavoro che svolge con passione e dedizione, anche per provvedere al sostentamento della sua famiglia composta da lui, la moglie e sette figli, uno più bello dell’altro. Più volte in questo periodo si reca di notte fino ad Al Khalil (Hebron) alla caccia delle migliori foglie di vite da mettere poi sul mercato di Nazaret. è il primo e il più grande commerciante di questo prodotto in tutta Nazaret, proponendo la migliore qualità in circolazione.

Sì, perché in questi mesi siamo in piena campagna di foglie di vite. Cosa ci fanno con questo tipo di foglie gli arabi? Nel mondo occidentale può sembrare molto strano, ma in oriente la foglia di vite (waraq dawali) è uno dei piatti più tradizionali ed usati, soprattutto nei giorni di festa. Non possono mancare ai pranzi o alle cene più importanti, come matrimoni, compleanni, feste religiose,… Così ogni donna araba in questi mesi fa la scorta, da mettere in congelatore per poi utilizzarla e tempo dovuto.

Come vengono cucinate? Sbollentate per conferire loro una maggiore malleabilità vengono riempite di riso e carne, quindi avvolte in laboriosi “sigari” e poi messe a cuocere con altra carne (agnello o pollo) ed altri aromi. Il risultato è un gustosissimo piatto, molto salutare, da servire con del laban (il famoso latte acido discendente di quello offerto da Abramo ai tre misteriosi ospiti alle querce di Mamre). Il contrasto tra il gusto salato e appetitoso delle waraq dawali con l’acidità dello yogurt naturale risulta delizioso.

Ma il commercio di questo tipo di prodotto non è cosa semplice. Richiede sacrificio e molta attenzione in quanto la foglia, come l’uva, tende alla fermentazione. Per questo è molto sensibile al caldo e per questo è necessario fare il dovuto approvvigionamento di notte. Ho potuto toccare con mano cosa succede se le foglie iniziano il processo di fermentazione: assumono immediatamente un colore giallastro-marroncino e diventano bollenti!

In questi mesi così intensi il nostro Faisal è costretto a dormire pochissimo per poi recuperare, quando ha tempo, durante il giorno. Ci sentiamo vicini a lui ed alla sua famiglia e ci auguriamo che le waraq dawali possano presto arrivare sulle tavole di noi europei per inculturarci maggiormente con questo mondo affascinante rappresentato dai paesi arabi e, perché no, proponendo loro uno scambio alimentare offrendo uno dei tanti ineguagliabili piatti che la cultura italiana può sfoggiare dalla sua storia.

fratel Marco