Ha suscitato tanto interesse il libro sulla misericordia del cardinale Walter Kasper citato recentemente da papa Francesco.

Già nella prefazione l’Autore riconosce che il tema della misericordia, pur occupando un posto tanto centrale nella Bibbia, era ampiamente caduta in oblìo nella teologia;  «tuttavia – continua Kasper – la spiritualità e la mistica cristiana sono in questa, così come in altre questioni, molto più avanti della teologia di scuola”.

A proposito di spiritualità vogliamo condividere queste poche righe di fratel Carlo Carretto che – lo possiamo anche sostenere – hanno anticipato un’altra delle esigenze del nostro tempo: la necessità di impegnarci per «una civiltà della misericordia».

In questo libro ho voluto riassumere, per i miei amici e per coloro che sono desiderosi di cercare Dio, il cammino che ho percorso. Avrei potuto intitolare il libro Esperienza di Dioesperienza di Chiesa, ma poi ha preso il sopravvento l’ispirazione datami da Augusto Guerriero, che è più chiara e ne è venuto fuori il mio Ho cercato e ho trovato.

Ebbene, in fondo che cosa ho trovato? Ve lo dico in poche parole.

Sulla verticale dell’assoluto di Dio ho trovato Lui, Dio, nella contemplazione.

Sì, è stata la contemplazione a darmi non soltanto la certezza sperimentale della sua esistenza, ma il calore della sua presenza e la meraviglia del suo agire nella storia dell’uomo e nella dinamica inesausta dell’evoluzione.

E sull’orizzonte dell’umano? Su questa dimensione che indica il rapporto con l’uomo, con la famiglia umana, con i fratelli di tutto il mondo, ho trovato la misericordia!

Ciò che mi ha convinto sull’essere di Dio è la contemplazione.

Ciò che mi ha convinto della sua vita e del suo cuore è la misericordia.

Mi sono convertito a Dio nella preghiera, ho scoperto il suo intimo nella sua capacità di perdonare.

Il massimo che posso dire di Lui è che è «il Misericordioso» e credo alla salvezza universale.

La capacità di amare in Dio, la sua sete di giustizia, il suo combattimento contro il male, il suo desiderio di abbracciare l’uomo come figlio diletto, uniti al potere che ha Lui di fare nuove tutte le cose, il tutto si riassume in queste parole di Gesù: «Misericordia voglio, non sacrificio».

Su questa verità possiamo misurare perfettamente la nostra autentica adesione al suo pensiero.

Se io sapessi soltanto contemplare e non sapessi perdonare non sarei dei suoi.

Se io mi macerassi, per amor suo, in tutte le penitenze e non sapessi aprire la porta al mio fratello, anche se è nemico, non avrei capito il suo regno.

Se io dessi a bruciare il mio corpo per il trionfo della giustizia e tenessi un punto solo del mio cuore dominato dall’antipatia per uno solo dei miei fratelli, sarei lontano dal pensiero di Gesù.

Cos’è la povertà di un uomo che è nudo nel corpo, in paragone della sua nudità nello spirito?

Cos’è la mancanza del pane, in confronto alla mancanza dell’amore?

(C. Carretto, Ho cercato e ho trovato, p. 179)

Fratel Oswaldo