DSC_0017L’inizio dell’Avvento nella comunità di Nazaret ha avuto un tono festoso e un “sapore” multietnico. La nostra casa si è riempita di amici provenienti dalle Filippine e residenti a Nazaret e nei dintorni. Si tratta di persone per lo più inserite nel contesto ebraico, e di conseguenza tagliate un po’ fuori dai normali ritmi e dalla vita ecclesiale del mondo cristiano.


DSC_0008Da qualche tempo ci è stato chiesto di celebrare, una volta al mese in inglese, una Eucaristia assieme a loro che, generalmente, si svolge nella chiesa della «mensa Christi». Questa piccola cappella, incastonata nei meandri del suq, ricorda un fatto narrato nella tradizione, nel quale Gesù avrebbe fatto visita ai suoi concittadini accompagnato dai discepoli e avrebbe mangiato su una grande pietra. Questa pietra è parte integrante della chiesa stessa e tutt’oggi è utilizzata come altare.

Suor Elena anch’essa proveniente dalle Filippine, si occupa del gruppo e in occasione dell’ormai vicina festa di fr. Charles ha avuto la bella idea di invitare i suoi connazionali a celebrare da noi la Messa della prima domenica di Avvento. Così ha avuto pure inizio una sorta di triduo di celebrazioni per il 98° anniversario della morte di Charles de Foucauld.

Tre appelli abbiamo raccolto dalle letture: imparare a «gridare» verso Dio, chiamandolo con il nome di «Padre» e di «nostro Redentore»; rileggere il nostro passato per saper scorgere il volto di Dio che si è rivelato in esso; restare svegli per saper vedere nell’oggi la presenza di Dio che accompagna la nostra vita quotidiana.

DSC_0023Quest’ultimo aspetto ha costituito un ponte interessante verso la celebrazione del nostro fr. Charles. La vita quotidiana che rappresenta il mistero di Nazaret, nel quale Dio si rivela e viene ad incontrarci e a salvarci.

Dopo la celebrazione è seguito un piccolo banchetto con piatti tipici accompagnati da un festoso vociare… Abbiamo scoperto che i filippini in questo sono molto simili agli arabi. Una donna commentava che loro, pur essendo a pochi centimetri di distanza l’uno dall’altro, sentono il bisogno di esprimersi ad alta voce.

Un bel modo dunque di dare il via a questo tempo segnato dall’attesa del Redentore. Noi, immigrati in questo paese, in compagnia di numerosi immigrati in cerca di una vita migliore e, come noi, di un inserimento in un mondo ed una cultura molto diversa dalla loro.

fratel Marco jc