Annunciazione 1L’inizio del tempo di Avvento è ormai alle nostre porte, tempo della gioiosa attesa del Signore che viene, tempo in cui «lo sguardo della Chiesa è rivolto alla fine dei tempi», desiderando «i cieli nuovi e la terra nuova»; ma ugualmente tempo in cui il cristiano è vivamente chiamato a rimanere con i piedi per terra. Tra l’aspirazione escatologica e l’impegno terrestre c’è un nesso causale: il cristiano aspira al mondo futuro, e, proprio perciò, s’impegna a edificare il mondo con un’attività purificata e fortificata.

Questa settimana, però, è piena di eventi, piccoli e grandi, che rendono la nostra attesa gioiosa ancor più significativa. A cominciare dalla bella notizia che domani, 27 novembre, il nostro priore, fratel Gian Carlo compie il suo 80° compleanno. Noi fratelli ci uniamo in un immenso rendimento di grazie a Dio per il dono che rappresenta per noi il nostro fratello maggiore. «Gli anni della nostra vita sono settanta, ottanta per i più robusti; ma quasi tutti sono fatica e dolore», recita il noto salmo 90. Fatiche e dolori non sono state risparmiate al nostro priore – come d’altronde a nessuno in questo mondo –, ma la sua fede profonda e la fiducia nei fratelli hanno reso sempre sereno e gioioso il suo camminare. Non saremmo mai abbastanza grati al Signore e a lui stesso per averlo qui con noi nella quotidianità.

Annunciazione 4Altro evento imminente è la celebrazione della festa liturgica di frère Charles il prossimo lunedì 1° dicembre, anniversario della sua nascita al cielo (1916). È una festa che coinvolge la Famiglia spirituale di Charles de Foucauld nel suo insieme: le numerose fraternità e le presenze sparse in tutti i continenti. Ma la festa coinvolge anche tutti gli amici delle fraternità e quanti in qualche modo si sentono legati al messaggio spirituale del Padre de Foucauld. Forse non c’è altro giorno dell’anno in cui avvertiamo così viva la grande comunione che ci lega, spesso senza conoscerci tra di noi. È questa una delle note caratteristiche del messaggio di frère Charles: la fraternità universale. Un’universalità che non può essere vissuta che a partire dalla fedeltà al quotidiano e amando le persone concrete che ci circondano.

Qui a Sassovivo vivremo la giornata del 1° dicembre con la celebrazione eucaristica al mezzogiorno e nel pomeriggio con l’adorazione eucaristica a partire dalle 16:30 fino alle 18:30. Concluderemo con la preghiera del vespro e il «classico» momento di fraternità. I nostri amici saranno i benvenuti. A Nazaret, in vece, la festa è ancora più sentita e in quel giorno la fraternità diventa «un alveare» – per usare l’espressione di frère Charles – in quanto vede la presenza del vescovo, di molti presbiteri e delegazioni delle differenti chiese.

Altra nota da aggiungere all’inizio dell’Avvento è che coincide con l’inizio dell’anno dedicato alla Vita consacrata. Come religiosi e le religiose siamo chiamati a vivere intensamente questo tempo rinnovando la nostra risposta libera e gioiosa alla chiamata del Signore. Da qualche parte gira una polemica circa la necessità di far evidenziare il proprium della Vita consacrata, la «differenza qualitativa» tra laici e religiosi. Qualche volta sembra che le troppe parole rischiano nel degenerare fino a creare una specie di concorrenza per stabilire chi sia «più bravo», quale vocazione sia meglio e quale peggio. Rileggendo in questi giorni il libretto di fratel Carlo Carretto, Famiglia piccola chiesa, sono rimasto edificato dalla semplicità e lucidità con cui viene trattato questo tema. Fratel Carlo dice che la vocazione al matrimonio e alla vita celibataria (o religiosa) sono due vocazioni diverse: due risposte a una sola chiamata, e la persona che liberamente sceglie di seguire l’una o l’altra via fa la volontà di Dio… Tante volte il molto parlare non porta da nessuna parte! Quindi ci auguriamo che l’anno dedicato alla Vita consacrata non sia solo l’anno dei convegni e delle pubblicazioni.

Concludiamo augurando a papa Francesco un buon viaggio in Turchia. Che il nuovo incontro con il patriarca Bartolomeo (Pietro e Andrea) e i cristiani ortodossi sia un ulteriore passo verso l’unità dei cristiani, tanto desiderata e divenuta urgente in questi tempi di persecuzione e violenza contro i cristiani senza distinzione.

fratel Oswaldo jc

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