DSC_0036Tutti sono a conoscenza del deprecabile episodio di violenza nei confronti dei cristiani in Terra Santa, avvenuto nei giorni scorsi presso la chiesa della moltiplicazione dei pani e dei pesci a Tabgha, sul lago di Tiberiade, ad opera di alcuni estremisti ebraici.

A seguito di tale atto contro i discepoli di Gesù ci sono state alcune manifestazioni da parte della popolazione cristiana in Israele. Ad uno di questi abbiamo partecipato ed abbiamo avuto modo di costatare l’entità del danno causato ad uno dei santuari che si affacciano sul «Mare di Galilea».

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Scritta in cui si invita ad eliminare gli idoli e a cacciare gli idolatri

L’immagine del rogo che ha distrutto un’intera ala del chiostro che forma una sorta di atrio verso la Chiesa, è rimasta impressa nella memoria di tutti. Probabilmente richiama alla mente le immagini viste ripetutamente attraverso i canali di comunicazione, e che raffigurano la distruzione di numerose chiese in Medio Oriente, con la conseguente fuga e migrazione di milioni di persone (in maggioranza cristiane) dalle loro terre di origine.

Un’immagine che si va replicando in molti paesi, ormai anche in Occidente. È dei giorni scorsi la notizia di un nuovo attentato in Francia, come anche in Tunisia e Kuwait. Da queste parti, a Gerusalemme, sono stati diffusi volantini minacciosi nei confronti dei cristiani accusati di essere «agenti di Israele» da una setta Jihadista che si firma sotto il nome di «Stato Islamico in Palestina».

Il tempo in cui il terrorismo religioso appariva come un’entità comunque lontana è finito.

DSC_0083Risuona l’appello incessante del Papa al quale si uniscono le dichiarazioni dell’università Al-Azhar (la maggiore università islamica sunnita in Egitto) che richiamano la comunità internazionale ad agire con ogni mezzo per fermare la follia dello Stato Islamico.

Ad oggi tali appelli cadono nel vuoto e nessuno si cura veramente della sorte dei discepoli di Gesù, ancora una volta chiamati a confrontarsi con la prospettiva del martirio che il Signore non ha nascosto nella sua predicazione. A guardare con una certa freddezza sembra che ci sia un disegno ben preciso che prende le forme talvolta di battaglia ideologica, altre volte di distruzione fisica, nei confronti del Vangelo dei suoi vaolori.

L’ambiguità dei paesi occidentali lascia sbigottiti e pieni di tristezza. Mentre con una mano si cerca di contenere (…) l’avanzata dell’ISIS, con l’altra si continua a vendere armi a stati che appoggiano dichiaratamente il Califfato.

Rimane l’ostinata fede e speranza di centinaia di migliaia di persone che mettono in crisi la nostra tiepidezza di cristiani assuefatti dall’abitudine ad ogni notizia ed immagine. Tanto poi si spegne il televisore e la vita continua come sempre.

fratel Marco jc

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