Di questa Chiesa, che sta dando la testimonianza di un prolungato martirio, ce ne parlerà un suo figlio, GHANIM (غانم) NAOOM (نعوم), nome religioso GIOVANNI (يوحنا), nato a Mossul Karemlash  Iraq il 5/1/1955, ordinato Sacerdote il 31/5/1984 nella Basilica di S. Pietro –  Vaticano – da Sua Santità il Papa Giovanni Paolo II. Dal 2000 incardinato nella Docesi Sabina-Poggio Mirteto e dal 1998 Parroco della Parrocchia SS. Salvatore in Selci Sabino (Rieti).

A lui la nostra gratitudine.

Anticamente chiamata chiesa di Seleucia e Ctesifonte, Chiesa di Persia, Chiesa d’Oriente e Chiesa Siro-Orientale.

Secondo la tradizione antica  la Chiesa Caldea è stata fondata da S. Tommaso, uno dei dodici apostoli, che ha portato il cristianesimo negli anni 42- 49 (prima di recarsi in India  dove mori martire nel Malabar, Kerala), nell’impero persiano, più esattamente Mesopotamia e Babilonia (Seleucia- Ctesifonte).

La diffusione del cristianesimo avvenne grazie a Mar Addai , uno dei 72 discepoli del Signore ed a Mar Mari suo discepolo primo patriarca di Seleucia – Ctesifonte.

Sant'Efrem

Come risulta dai documenti la Chiesa nell’Impero Persiano si è sviluppata rapidamente già nei primi secoli perché non c’erano persecuzioni contro i cristiani. Nel III-IV secolo sono stati fondati tanti conventi e le due scuole una a Nisibi (Nassibeen) e l’altra ad Edessa al tempo di S. Efrem e Narsai. Nel IV-V secolo e dopo l’Edito di Costantino, sotto Sapore II nell’Impero persiano ci furono persecuzioni cruente, con tanti martiri e tanti cristiani costretti alla fuga, come Sant’Efrem, che lasciò Nassibeen, nel 363, per rifugiarsi ad Orfa, dove morì nel 373. Le persecuzioni terminarono sotto Sapore III (383- 388), che si alleò con Teodosio il Grande, adeguando anche le leggi religiose costantiniane.

La Chiesa ottenne l’autonomia con i concili di Seleucia nel 410 e di Markbata nel 424, con la possibilità di eleggere il Patriarca avente titolo di Catholicos.  Nel 457 il monaco Bar Soma diventa vescovo di Nassibeen, sostenitore delle idee nestoriane, amico dell’imperatore Abrueez  (457- 484), per questo motivo riuscì a propagare in tutto l’impero persiano gli insegnamenti di Nestorio. La Chiesa persiana, nel concilio di Seleucia del 486, prese come ufficiale la dottrina di Nestorio. Questa scelta è stata più per motivi politici che per motivi religiosi e dottrinali.

Nei secoli VIII- IX nell’epoca dell’impero Abbaside, quando Baghdad diventa la capitale dell’impero, i cristiani assunsero una importanza particolare, eccellendo soprattutto nelle ricerche scientifiche e filosofiche. In questo periodo il patriarca Temoteo (780-823), fondò diocesi in  Gerusalemme, in Damasco, e in Aleppo. Scrisse tanti libri, e nel suo patriarcato la Chiesa si estese per tutta l’Asia: nell’India e in Cina, e anche a Cipro, Turchia e Mongolia. Marco Polo, nel suo viaggio in oriente nel Duecento, trovò alcune comunità nestoriane in Cina, residui della straordinaria diffusione della Chiesa nestoriana in oriente nel IV e V secolo.

Sotto il dominio turco-ottomano la Chiesa ha subito un periodo di decadenza.

Unione con Roma

Alcuni nestoriani si riunirono alla Chiesa di Roma con il concilio di Firenze (1339- 1342), e furono denominati caldei per la prima volta dal Papa Eugenio IV il 6 luglio 1445.

Nel 1552 un gruppo di Vescovi assiri scelse il Superiore del monastero di Rabban Hormizd  Yuhannan Sulaqa come loro Patriarca e lo inviarono a Roma per chiedere il riconoscimento della Chiesa Cattolica. All’inizio del 1553 il Papa Giulio III lo nominò “Patriarca dei Caldei” e lo ordinò vescovo nella Basilica di S. Pietro il 9 Aprile 1553. Questa è la data di nascita della Chiesa Caldea. Il nuovo Patriarca ritornò in patria e cominciò una serie di riforme anche se con tante difficoltà. Fu catturato, torturato e ucciso nel 1555 come martire dell’unità.

La situazione si stabilizzò nel 1830 quando Papa Pio VIII confermò il Metropolita Yuhannan Hormizd come Patriarca di Babilonia dei Caldei, con sede a Mossul, nel Nord dell’Iraq. Nel 1950, la sede del Patriarcato fu trasferita a Baghdad dopo una forte migrazione dei cattolici caldei dal Nord verso la capitale.

Il rito Caldeo è uno dei cinque riti principali nella cristianità orientale. Vivono e celebrano il rito Caldeo: la Chiesa Caldea, la Chiesa Assira d’Oriente e la Chiesa Siro – Malabarese. La liturgia Caldea conserva l’uso del Siriaco (Aramaico), in quanto già lingua liturgica, teologica e classica del Cristianesimo di tradizione semitica. L’anno liturgico nella chiesa Assiro-Caldea, è composto da sette Shaboe  (settimane) ed ogni Shaboa è formata da sette settimane . L’anno liturgico è distinto in tre parti principali: Natale – Risurrezione – Dedicazione della chiesa.

Le preghiere delle Lodi e dei Vespri:

Nelle preghiere delle Lodi si usano oltre i salmi Davidici, ma anche composizioni in poesia e prosa,  gli inni di S. Efrem e di Nersai. Che sono di contenuto profondo che unisce armoniosamente il pensiero biblico e la vita della Chiesa in Cristo. – Nella preghiera del mattino e della sera si usano i Salmi e le preghiere dei Padri. Il giorno liturgico comincia dal pomeriggio, al tramonto del sole, con la preghiera dei vespri, notte (lelya), veglia (sahra), e mattino (sapra). Ci sono due settimane diverse che si alternano durante l’anno liturgico per le preghiere dei vespri (da-Qdam e D-batar = Libro di prima e di dopo). Le Anafore della messa sono tre: La I° Anafora detta degli Apostoli è attribuita a Mar Addai e Mar Mari si usa dalla risurrezione fino alla fine dell’anno liturgico. La II° Anafora di Teodoro di Mopsuestia si usa dall’inizio dell’anno liturgico fino alla risurrezione. La III° Anafora di Nestorio si usa 5 volte durante l’anno liturgico: nella festa del giovedì santo, dell’Epifania, del Corpo dei maestri Greci,  mercoledì di Bautha (il digiuno di Ninive) e di San Giovanni Battista.

La Chiesa Caldea: organizzazione e struttura

Sono circa un milione in totale i fedeli della Chiesa Caldea nel mondo. La maggior parte di loro (circa 550.000) si trova in Iraq, dove c’è la sede del Patriarcato. Il Patriarca di Babilonia dei Caldei Creato Cardinale nel Concistoro del 24 novembre 2007 dal Papa Benedetto XVI è Sua Beatitudine Cardinale Emmanuel III Delly .

Le circoscrizioni ecclesiastiche in cui è organizzata la Chiesa Caldea in Iraq sono: la Metropolia (Arcidiocesi) ed Eparchia(diocesi): Diocesi Patriarcale di Baghdad, Alquoch, Amadia, Akra, Sulaimaniya, Zaku, Kerkuk, Bassorah, Arbil e Mossul. Sulle montagne del Nord dell’Iraq , dove sono istituite numerose di queste eparchie della Chiesa Caldea, le comunità cattoliche sono costituite da fedeli di etnia curda, che sopravvivono fra enormi difficoltà e in grande povertà. I curdi Caldei rappresentano una delle più antiche comunità cristiane di Oriente, risalente al II sec. d.C. Le loro radici cristiane sono testimoniate da antichissimi conventi e monasteri che sorgono nell’Iraq del Nord, datati al V-VI sec. d. C.

Ma la Chiesa Caldea non è presente solo in Iraq: già dalla prima predicazione di San Tommaso e dei suoi discepoli la Chiesa Caldea è estesa in tutto il Medio Oriente. Dall’Egitto al Libano fino all’Iran la predicazione degli apostoli ha toccato i cuori delle popolazioni e suscitato conversioni, dando luogo alla nascita di comunità caldee indigene che, nel corso dei secoli, sono state ufficialmente riconosciute: oggi vi sono Eparchie (equiparabili a diocesi) in Egitto (Cairo), Siria (Aleppo), Iran (Metropolia di Teheran con tre Eparchie di Urmya, Ahwaz, Salmas,) Libano (Bairut), Turchia (Diarbekir).

Esiste poi la Chiesa Caldea della diaspora, nata in seguito all’emigrazione. Negli Stati Uniti vi è una sede a Detroit (Eparchia di San Tommaso Apostolo) fondata più di vent’anni fa, un’altra in California. Vi sono 15 parrocchie nelle due diocesi e ben 170mila fedeli caldei residenti negli Stati Uniti d’America. In Canada una parrocchia a Windsor, una a Toronto e una Montreal, per circa 20mila fedeli. Una comunità Caldea di 15 mila fedeli è presente anche in Oceania, dove la Chiesa Caldea ha una parrocchia a Sydney, una a Melbourne e una in Nuova Zelanda.

Oltre 60mila fedeli Caldei vivono in Europa. Sono nove i paesi del vecchio continente dove fioriscono comunità Caldee: Francia, Germania, Inghilterra, Belgio, Danimarca, Svezia, Olanda Grecia, Italia.

Anche nelle Repubbliche dell’ex Unione Sovietica, dove i cristiani hanno vissuto per molti anni nella clandestinità, facendo tesoro della loro fede nel silenzio del loro cuore, c’è stata una rinascita della Chiesa Caldea: nella Georgia, ad esempio, oltre 4.000 fedeli Caldei sono venuti allo scoperto da una decina d’anni, dopo la caduta dell’Impero sovietico. La comunità è affidata alla cura pastorale di un sacerdote esterno, ma è già nata una vocazione e così ci sarà il primo sacerdote georgiano caldeo.

In un contesto di maggioranza islamica, la Chiesa Caldea vive e celebra la sua fede con grande vitalità, dedicandosi soprattutto alla catechesi e all’educazione: a Baghdad esiste un Seminario Patriarcale e da poco è stato fondato il Collegio di Babilonia, un Collegio Patriarcale, affiliato alla Pontificia Università Urbaniana, che fa capo alla Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, nel quale con gli studi teologici e filosofici si formano seminaristi e laici che operano in quei territori; oggi a causa delle persecuzioni si sono spostati ad Ankawa nel nord dell’Iraq.

In Iraq vi sono pure due comunità di religiose Caldee: una delle Suore del Sacro Cuore e l’altra delle Suore Caldee Figlie di Maria Immacolata. La Chiesa Caldea ha anche un’istituzione monastica-missionaria: i monaci caldei iniziarono aprendo conventi e si occuparono dell’evangelizzazione nelle zone montuose nel Nord dell’Iraq, come ancora accade oggi, facendo apostolato nei villaggi curdi, insegnando nelle scuole e facendo catechismo. quindi sono scesi a Mossul e infine a Baghdad, dove oggi c’è la sede del Superiore Generale. La congregazione ha  quattro conventi in Iraq, uno a Roma e una missione in America.

LA CHIESA IN IRAQ OGGI

Padre Ragheed Aziz Gghanni

Dal 2003 fino ad oggi, in soli sette anni la popolazione cristiana dell’Iraq è passata da 800 mila a 450 mila fedeli. Oltre 65 chiese sono state attaccate o distrutte in una trentina di attentati. Chi è uscito dal Paese si è recato in Europa o nell’America del Nord, o in paesi vicini, come la Giordania, Siria , Libano e Turchia. Tante Famiglie cristiane sono state costrette a lascare le loro case ed averi ed a fuggire dalle grandi città come Baghdad, Bassora e Mossul per Salvare i loro figli e la loro fede cristiana. Si sono rifugiati presso i Villaggi del Nord. In questi ultimi due anni più di due mila famiglie hanno lasciato Mossul per i conventi e villaggi vicini. Dal 2003 fino ad oggi sono stati uccisi più di 1300 cristiani, tra cui il 3 giugno 2007 a Mossul  padre Raghed Aziz Ghanni insieme a tre suddiaconi. Il 29 febbraio 2008, viene rapito l’Arcivescovo di Mossul Paulos Faraj Rahho, mentre  i suoi tre accompagnatori sono stati assassinati sul posto. Il corpo dell’Arcivescovo sarà ritrovato il 12 marzo 2008. In Iraq anche altri sacerdoti non appartenenti alla Chiesa Caldea sono stati uccisi. Nei mesi successivi, oltre 15.000 cristiani hanno lasciato il Paese per la Siria, il Libano, la Giordania e la Turchia. Oggi in Iraq di fronte alle chiese non si può parcheggiare né possono transitare automobili.

La chiesa in Iraq è formata da due gruppi principali:

Il Martire Mons. Paulos Faraj Rahho

Patriarcato di Babilonia per la Chiesa Caldea : la comunità più numerosa come sopra.
Chiesa di Antiochia dei Siro – Cattolici in Iraq : circa 80.000 fedeli con due arcidiocesi (Baghdad e Mosul).

ALTRI CRISTIANI
Chiesa Assira : più di 250.000. Chiesa Siro Ortodossa : più di 40.000.

Chiesa Armena: più di 8.000 fedeli con un’arcidiocesi (Baghdad).

– Latini (2.500 persone),
Sono presenti in Iraq, i Padri Redentoristi, i Domenicani, Carmelitani, Salesiani. Per le congregazioni religiose femminili, vi sono: le Suore Francescane Missionarie del Cuore Immacolato di Maria; le Suore Domenicane della Presentazione della Vergine di Tours, che fra l’altro gestiscono l’Ospedale di San Raffaele a Baghdad; le Suore Domenicane di S. Caterina da Siena; le Piccole Sorelle di Gesù; le Missionarie della Carità che, lavorando secondo il carisma di Madre Teresa di Calcutta, si occupano dei bambini portatori di handicap.