Si avvicina una data importante per la vita della Chiesa. Una festa liturgica che ogni anno siamo chiamati a vivere. Questa festa illumina il senso della nostra vita religiosa ed è sempre una data propizia per la celebrazione di qualche evento che coinvolge noi Piccoli Fratelli.

Il prossimo sei agosto, festa della Trasfigurazione del Signore, il Vescovo Diocesano di Foligno, il carissimo Gualtiero Sigismondi, conferirà l’ordine del diaconato a Giovanni Marco e Jonathan, i nostri fratelli più giovani che hanno recentemente ultimato gli studi teologici.

copertina1È una festa di famiglia in quanto la tradizione addita la trasfigurazione quale evento evangelico che in modo speciale descrive la vita religiosa e quindi anche la nostra. È festa di famiglia perché è una ricorrenza liturgica per tutta la Chiesa. È festa di famiglia per noi Piccoli Fratelli perché ciò che riguarda la vita di uno di noi, coinvolge immediatamente e pienamente l’intera comunità.

Così i nostri carissimi Jonathan e Giovanni Marco in quell’occasione riceveranno un altro dono da parte del Signore. Dice la Lumen Gentium che ai diaconi «sono imposte le mani non per il sacerdozio, ma per il servizio. Essi sostenuti dalla grazia sacramentale, nella “diaconia” della liturgia, della predicazione e della carità servono il popolo di Dio, in comunione col vescovo e con il suo presbiterio. È ufficio del diacono, secondo le disposizioni della competente autorità, amministrare solennemente il battesimo, conservare e distribuire l’eucaristia, assistere e benedire il matrimonio in nome della Chiesa, portare il viatico ai moribondi, leggere la sacra Scrittura ai fedeli, istruire ed esortare il popolo, presiedere al culto e alla preghiera dei fedeli, amministrare i sacramentali, presiedere al rito funebre e alla sepoltura. Essendo dedicati agli uffici di carità e di assistenza, i diaconi si ricordino del monito di S. Policarpo: “Essere misericordiosi, attivi, camminare secondo la verità del Signore, il quale si è fatto servo di tutti”» (cfr. LG 29).

Il fatto che i nostri due fratelli riceveranno tale sacramento all’interno della comunità implica un nostro coinvolgimento nella riscoperta della vocazione al “diaconato” e al servizio che i Piccoli Fratelli di Jesus Caritas sono chiamati a vivere, personalmente e come fraternità. L’immagine che più richiama a questa dimensione è indubbiamente quella resa dal testo evangelico di Giovanni in cui Gesù compie il gesto della lavanda dei piedi, nel contesto dell’ultima cena e dell’istituzione dell’Eucaristia.

copertina 2ATale immagine ci restituisce il senso di ogni ministero ordinato che non può mai distaccarsi dalla fonte originaria e originante di ogni dono all’interno della Chiesa che è l’amore di Gesù e il suo servizio ai fratelli. La comunità tutta si aspetta dunque da Jonathan e Giovanni Marco una vita creativamente innestata nel servizio stesso di Gesù all’umanità e i nostri due fratelli si aspettano dalla loro famiglia religiosa questo stile di servizio, una vita autenticamente eucaristica nella quale lasciarsi plasmare sul modello di Colui che è il servo per eccellenza e colui al quale il nostro servizio tende: «ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25,40).

Non è un mistero che proprio questo versetto è, a detta di Charles de Foucauld, il testo del Vangelo che più ha avuto un peso nella sua vita di discepolo di Gesù. Per questo la cura dei  più poveri, dei più piccoli, dei meno fortunati deve essere la via che come Piccoli Fratelli siamo chiamati a percorrere, ben sapendo che in ognuno di loro incontreremo il volto di Colui che in essi si nasconde e si rivela.

La preghiera fin d’ora sale al Signore per Giovanni Marco e Jonathan e, per ovvia “partecipazione”, si estende a tutta la comunità affinché l’«avere compassione» sia la nota caratteristica di tutta la nostra vita.

fratel Marco jc