I colori dell’autunno a Sassovivo si sono ravvivati dalla presenza del «nostro» – si fa per dire – cardinale Philippe Ouédraogo già noto ai nostri amici e lettori in quanto nominato da papa Francesco nel 2014 assieme al cardinale Bassetti di Perugia e Mons. Capovilla, quest’ultimo lo ricorderemo il prossimo 1° novembre assieme a tutti gli altri Santi. Di nuovo, si fa per dire!

Tutto è iniziato la settimana scorsa quando il sottoscritto, rispondendo ad una telefonata, si è sentito dire dall’altra parte: «Sono Filippo del Burkina Faso, posso venire da voi per un saluto?»… In altri casi, soprattutto in altri tempi, ci saremmo aspettati una telefonata solenne da parte di un segretario che ci avrebbe girato un po’ attorno per poi farci capire le intenzioni del cardinale. Insomma, mi sa che ormai lo stile (veloce e senza tanti giri) del Vescovo di Roma pian piano si fa strada. Così il giorno dopo siamo andati a prendere alla stazione questo “bel vescovo”, alto e di bianco solo la testa brizzolata. Come si sa, Philippe è un prete di Jesus Caritas, ossia fa parte della Fraternità sacerdotale che unisce molti presbiteri diocesani che seguono la spiritualità di Charles de Foucauld in molti paesi del mondo.

de-colores4Del cardinale Ouédraogo colpisce subito la semplicità e il sorriso che mostra quasi come un segno distintivo. Poi la cordialità nel salutare ogni fratello. Era raggiante di gioia perché «ogni volta che mi reco a Roma torno a casa ricaricato, e questa volta con un cuore nuovo»… Ci ha spiegato che era appena uscito dall’ospedale dove gli hanno cambiato il pacemaker! E così abbiamo goduto della sua presenza fraterna per un intero fine settimana. Non sono mancati la preghiera, l’eucaristia, i pasti e la condivisione, tutti momenti intensi e carichi di umanità. Ci ha aggiornati circa situazione nel Burkina, «sempre con parecchie difficoltà ma “Jamais arrière”, mai indietro, come dice frère Charles». E sempre a proposito di Charles, Philippe ha rinnovato la sua domanda: «Qual è “l’ultimo posto” per un cardinale oggi?».

E quindi abbiamo parlato anche dei cardinali, delle sorprese che hanno suscitato le «sfornature» di vescovi e cardinali da parte di papa Francesco. Siccome a Philippe non manca il senso dell’humour, ci ha raccontato un aneddoto che lo riguarda: «Quando ho ricevuto la telefonata dalla Nunziatura ero in viaggio per i miei impegni pastorali, in un primo momento non ci volevo credere. Che ci può fare la santa madre Chiesa con uno come me?»… Poi, quando arrivò il momento, assieme ad un confratello con cui nutrivano gli stessi interrogativi, hanno approfittato per porre la domanda al Santo Padre: «Come mai noi e non altri più adatti, oppure gli arcivescovi delle storiche “sedi cardinalizie” come si è sempre fatto?». E il Papa con la solita spontaneità: «Nominare i cardinali è uno dei compiti del Papa, e non della storia». Capito!

sam_5530Pensiamo che non sia un mistero per nessuno le voci non sempre benevoli nei riguardi dell’operato di papa Bergoglio, delle sue scelte coraggiose e dei gesti evangelici. Le opposizioni spuntano un po’ ovunque, in modo particolare da parte di quei fratelli e sorelle che si sentono in qualche modo degli “orfanelli”, come sostiene Massimo Fagioli: «Le dimissioni di papa Benedetto XVI hanno lasciato teologicamente, spiritualmente e politicamente orfani parecchi cattolici, ecclesiastici e laici, in questo momento: nella curia romana, tra i vescovi, tra i teologi, tra i neo-conservatori italiani e americani. L’atto delle dimissioni di Ratzinger sta rimodellando il papato romano, in modo che solo un papa, e certamente non un concilio ecumenico o un sinodo, avrebbe potuto fare».

Il popolo di Dio è sempre in cammino, il papa in questo momento è Francesco, il quale, a seconda delle circostanze e delle esigenze, avanza ora davanti, ora accanto, ora dietro al gregge. Ma la sensazione è che anche lui segua il motto di Charles de Foucauld: Jamais arrière, mai indietro!

fratel Cruz Oswaldo jc

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