Lo scorso 29 ottobre si è svolto a Roma il convegno organizzato dalla Custodia di Terra Santa: “UN NUOVO CIELO E UNA NUOVA TERRA. I cristiani in Medio Oriente nell’anno del Giubileo della Misericordia: storie di speranza capaci di costruire futuro, nonostante tutto”. È stata la 9° Giornata per le associazioni che collaborano in diversi modi con la Custodia e sostengono la maggior parte delle iniziative. L’evento ha visto la partecipazione di numerose personalità, a cominciare dal Custode della Terra Santa, padre Francesco Patton, e di alcuni commissari. Abbiamo preso parte anche noi in quanto invitati a presentare il tema: “CHARLES DE FOUCAULD A NAZARET”…

Tra gli interventi toccanti accenniamo alla testimonianza di padre Ibrahim Alsabagh, parroco di Aleppo, Siria, che ha descritto la situazione drammatica delle popolazioni siriane e dei cristiani in particolare. «Stiamo assistendo alla frana lenta ma progressiva di un’intera nazione», dice padre Ibrahim mostrando immagini forti sul pericolo costante che la gente deve affrontare per sopravvivere. «Il dramma maggiore è la pioggia continua di missili che arrivano da tutte le parti, alcuni addirittura sono lunghi nove metri di altezza». Due terzi delle persone sono già fuggite senza destinazione e spesso senza notizie circa la loro sorte. img_1258Quelli che sono rimasti devono fare i conti ogni giorno con la realtà e vedono infrangere ogni scintilla di speranza. Non è esagerato parlare di “scene apocalittiche” o a un’attualizzazione del grido di Geremia: «Se esco in aperta campagna, ecco i trafitti di spada; se percorro la città, ecco gli orrori della fame. Anche il profeta e il sacerdote si aggirano per il paese e non sanno che cosa fare» (Ger 14,18). Di fronte a tale visione il parroco di Aleppo sostiene: «Stiamo assistendo anche alla distruzione dell’uomo e facciamo tutto quello che umanamente è possibile per tenere accesa la luce della speranza». Tuttavia, «la comunità cristiana continua a radunarsi ogni domenica per celebrare l’eucaristia, nonostante tutto, e ben sapendo che siamo nel mirino»… Ma la speranza cristiana è più forte della morte: «La speranza, o ce l’abbiamo noi cristiani, oppure il mondo si può pure arrendere al male».

Per la parte che riguarda “piccoli segni” per il domani citiamo l’intervento di padre Alberto Pari: “Un nuovo cielo e una nuova terra in Medio Oriente?”. Si tratta dell’impegno della Custodia a favorire e creare un modo diverso di co-abitare la Terra Santa, mediante l’incontro di persone appartenenti a differenti realtà e credo religioso. «Avvertiamo fortemente che più passa il tempo e più aumenta in molti la sete di costruire insieme un mondo diverso», dice padre Alberto. È quindi fondamentale iniziare ad aprire le proprie porte per fare spazio al diverso… Vita quotidiana 2In tale contesto, ci sembra, rientri pienamente la testimonianza di Charles de Foucauld e la sua frase celebre: «Voglio che tutti gli abitanti del luogo, ebrei, cristiani, musulmani ed idolatri vedano in me un fratello». Non è questo il momento per ritornare sulla vicenda di frère Charles a Nazaret, ma ci preme ricordare che dopo il suo ritorno alla fede – avvenuta proprio alla fine di ottobre 1886 – egli realizzò un primo pellegrinaggio in Terra Santa. Poi da monaco visse per circa sette anni ad Akbès in Siria, dove è stato testimone della persecuzione contro gli Armeni; e poi i famosi tre anni trascorsi a Nazaret (1897-1900) sulle orme di Gesù.

È importante sottolineare che questo desiderio di creare una via di uscita, di cercare i punti in comune tra persone diverse sta emergendo, seppur lentamente, da diversi contesti. Citiamo qui soltanto un caso particolare: è appena uscita una brevissima pubblicazione che merita la nostra attenzione, L’ospitalità di Abramo (ed. Messaggero). Tre autori – un ebreo, un cristiano e un musulmano – dialogano commentando il passaggio di Genesi 18,1-16. Insieme sostengono che «nella nostra epoca confusa, che ha perduto il senso spirituale del mondo e quello dell’ospitalità, dialogare su Abramo/Ibrahim, punto di incontro delle nostre convergenze e dei nostri valori comuni, costituisce un’occasione proficua»…

Ci vorrà del tempo e molta pazienza, ma la speranza di vedere l’inizio di un nuovo cielo e una nuova terra già in questa vita è l’essenza della speranza cristiana. E il messaggio di frère Charles ci spinge sempre verso l’idea di lasciarci guidare dalle circostanze per ascoltare la voce dello Spirito.

fratel Cruz Oswaldo jc

 

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