Nell’offerta sconfinata di letteratura spirituale su fr. Charles de Foucauld mancava un simile testo. L’autore, fratel Oswaldo, ha pensato bene di scrivere una biografia per il lettore che voglia conoscerne la vita attraverso un’esposizione breve, coincisa e compendiosa. “Un libro divulgativo che presenti in modo diretto la vita e alcuni degli aspetti più rilevanti della spiritualità del beato Charles”. Gli scritti riportati potranno “orientare il lettore ad eventuali approfondimenti”. Non sarà difficile comprendere che l’autore ha trascorso molto tempo (anche di notte) sulle fonti e in compagnia con il nostro “viaggiatore notturno”. Questo è il motivo che dona alla seguente pubblicazione la credibilità e merita averla tra le proprie letture spirituali.

Nella prima parte il racconto esistenziale del Protagonista si snoda attraverso una traiettoria cronologica e tematica. Ogni paragrafo svela le mozioni interiori del Beato mediante citazioni di scritti usciti direttamente dalla sua penna; ci fa percorrere la strada diritta e ci accompagna nella comprensione dei rispettivi tornanti della sua “kenotica nazaretana” salita al Calvario. Al termine della lettura sembra quasi che sia fr. Charles il narratore di se stesso. Oserei dire che la storia come riportata in questo testo si legge come sgranocchiando i grani del rosario, e al termine il lettore avrà uno sguardo reale del vissuto di santità.

La perla che rende unico il testo è il tentativo ben riuscito di attualizzare il messaggio per l’oggi della storia umana ed ecclesiale, proposta attraverso la condivisione di articoli già pubblicati sulla rivista Jesus Caritas. Ad una prima lettura si percepirà l’abbozzo di un poliedro. D’altronde fr. Charles incarna proprio questa realtà geometrica. E non poteva che essere così la sua attualizzazione. Tuttavia si può rintracciare un filo rosso che collega il materiale raccolto in unico testo: ripartiamo da Nazaret. Mi sembra proprio questo l’invito che il lettore potrà cogliere al termine della sua lettura meditativa.

Nazaret: messaggio progressivo del magistero pontificio (primo articolo). In continuità con alcuni riferimenti del precedente magistero, a partire da Paolo VI, con accenni in quello di Giovanni Paolo II, e dalle riflessioni durante la canonizzazione da parte di Benedetto XVI, papa Francesco durante il sinodo della famiglia nel 2014 lo propone finalmente come “evento ecclesiale”: “perché è amando gli altri che s’impara ad amare Dio; è curvandosi sul prossimo che ci si eleva a Dio”.

Nazaret: magistero episcopale nel Sahara. “Il deserto è la mia cattedrale” (mons. Claude Rault). Impegno profetico per un’evangelizzazione gratuita dell’amore di Dio, anche in compagnia dell’Islam e come testimoni viventi della fede in Cristo.

Nazaret: specchio per ogni vocazione atipica (secondo articolo). Luce che accoglie e porta ad unità, mischiandosi senza confusione, distinguendo senza separazione. È la molteplice ricerca di fr. Charles: monaco, prete, missionario, sacrestano e “chicco di grano caduto in terra per dare la vita”. Anche dal suo costato dormiente uscì la sua multivariegata sposa! Quella foucauldiana.

Nazaret: periferia esistenziale. “Spazio problematico per la sopravvivenza del cristianesimo” (A. Riccardi). Eppure luogo di Redenzione ad opera del Beneamato che “scese, sprofondò e si umiliò”. Ciascuno come fr. Charles dovrebbe riuscire a dire: “Oh, Dio mio, fammi capire quella santa abiezione che fu tanto la tua parte sulla terra, tanto la tua parte in questa Nazaret dove la tua misericordia mi ha fatto l’incomparabile grazia di condurmi”.

Nazaret: chiamare Dio per nome (terzo articolo). Sempre con il solo nome di Gesù. Mio Dio. Nostro Signore Gesù. Mio Beneamato Fratello e Signore Gesù. Gesù a Nazaret. Questo è “Dio concreto che vorrebbe raggiungere nella sua discesa all’ultimo degli ultimi posti”. Con quale nome il lettore sceglierà di rivolgersi a Dio? (Sarebbe bello che la scelta personale si potesse condividerla nei commenti a questo articolo)

Nazaret … Nazaret … e sempre Nazaret. Perché Nazaret è anche la stazione di partenza “per i confini del mondo” (quarto articolo). Si parte così per realizzare una fraternità universale affidandosi alla Preghiera di Abbandono.

Dimenticavo! Il biglietto per il viaggio sui passi di fr. Charles si può trovare facilmente anche ‘viaggiando’ in Internet sotto tante forme. “Porre i propri passi nei passi di Gesù. È il tutto della sua santità che consegna, alla Chiesa e al mondo, un singolare stile di vita, delle scelte radicali che costituiscono un messaggio prezioso” (dalla postfazione di mons Lorenzo Chiarinelli, teologo).

In conclusione un augurio a tutti noi. La lettura di questo “luminoso messaggio”, come disse Paolo VI nel 50° della morte di fr. Charles, “possa esercitare la sua benefica influenza su un numero di anime sempre più grande per rivelare loro di quale amore il Signore le ama e a quale amore sono chiamate nel corso della loro esistenza quotidiana!”.

don Antonio Marotta

P.S. Il volume può essere ordinato anche alla nostra redazione: rivista@jesuscaritas.it