Il prossimo numero di Jesus Caritas – rivista trimestrale di spiritualità –, 150/aprile 2018, sarà dedicato a Maria la Madre di Gesù. I vari contributi, storici e di attualità, ci aiuteranno a seguire i passi di fr. Charles e scopriremo la tenerezza che ha sperimentato dallo sguardo amorevole di Maria, Nostra Signora del Perpetuo soccorso… Anticipiamo qui qualche riga per un primo assaggio in attesa della pubblicazione.

Scrivere o parlare di Maria è molto comune tra i cristiani, ovviamente in special modo tra noi cattolici, che alla Madre di Gesù riconosciamo un ruolo del tutto particolare nella storia della Salvezza. Molte cose sono state dette e si dicono di lei, ma non si potrà mai esaurire la bellezza di questa creatura che Dio ha scelto come sua dimora particolare su questa terra: «De maria nunquam satis» (“Di Maria non si dirà mai abbastanza”, Bernardo di Chiaravalle, Sermo de nativitate Mariae, PL 183, 437D).

Lei è l’“Arca dell’Alleanza” che porta nel suo grembo il Verbo di Dio e lo offre al mondo. Anche i Vangeli, con brevi ed essenziali pennellate, descrivendo gli spostamenti di Maria da Nazareth ad Ain Karim, a Gerusalemme, a Betlemme, ci fanno ripensare al ruolo di portatrice della presenza del Dio vivente. Lo stesso fr. Charles, nel suo commento al famoso episodio della visitazione di Maria alla cugina Elisabetta, richiama questo significato particolare: Maria, con in grembo Gesù, attraverso il suo semplice farsi accanto ad Elisabetta, porta e annuncia il Salvatore e, tale pagina del Vangelo, diventa icona dell’evangelizzazione secondo il modo di vedere di Charles de Foucauld.

Vivere nella città della Santa Famiglia, nella quale è cresciuta ed ha vissuto la Vergine Maria, conferisce alla sua figura un volto tutto particolare e suscita incessantemente una domanda: qual’è il ruolo di Maria per la città di Nazaret, oggi?

Non pretendo di rispondere esaustivamente a questo interrogativo attraverso le brevi pagine della nostra Rivista, ma vorrei cercare di dare qualche spunto per aprire itinerari di riflessione.

Anzitutto desidero condividere un’impressione che, dal mio arrivo a Nazaret, ho percepito fortemente nel rapporto con i Cristiani. Quando si parla di Maria, di Giuseppe e di Gesù, si avverte che ci si riferisce a persone vive, che fanno parte della famiglia e della parentela. Rivolgersi a Maria significa parlare ad una sorella, ad una madre, con la quale si ha un legame oserei dire “di sangue” e pertanto, la confidenza che si raggiunge e si esprime, può risultare anche molto distante dal nostro modo di vivere la relazione con la Madre di Gesù. Sono rimasto impressionato dalla preghiera spontanea che giovani e meno giovani rivolgono con parole piene di confidenza e di intimità profonda, a Maria, a Gesù e a Giuseppe. Sono persuaso che noi, da occidentali, segnati da un razionalismo esasperato, faremo molta fatica a raggiungere un tale livello di confidenza e di profondità. Si percepisce la certezza di essere ascoltati e che, al di là delle conseguenze concrete della preghiera espressa, c’è Qualcuno di molto intimo che l’accoglie.

Non ho voluto riportare in queste pagine soltanto la mia esperienza e le mie impressioni, ma ho tentato di approfondire l’argomento con la testimonianza di alcuni amici che possono dare un quadro più completo alla percezione di Maria per i nazaretani oggi. […]

Una testimonianza a noi cara: piccola sorella Teresa di Gesù

Piccola sorella Teresa Qui è l’ultima intervistata. Il nostro interesse verso la sua testimonianza è dovuto al fatto che da più di 50 anni vive a Nazaret e può aiutarci a comprendere meglio il rapporto di questa città con la sua più illustre abitante.

Ringraziamento di Teresa

«Sono a Nazaret dal 1960… Nazaret è per me il luogo della Vergine Maria, dove tutto è rimasto impresso, anche il passaggio della sua dolcezza, della sua accoglienza, della sua tenerezza materna. Vivere a Nazaret, dove ha vissuto la Santa Famiglia, mi aiuta molto a seguire Gesù, passo passo, a scoprire meglio il suo volto, le sue parole, i suoi gesti, tutti i giorni attraverso una vita semplice e attraverso il lavoro ordinario: cucinare, fare i rosari, il giardino, visitare i nostri amici, i vicini e i malati…

Ho sicuramente la mia casa qui, anche se il mio paese, il Vietnam, conserva un posto privilegiato. Rivivo nel silenzio contemplativo la vita d’intercessione della Vergine Maria per la redenzione dell’umanità, nella quale il mio Vietnam ha un diritto di precedenza particolare nella mia immolazione di piccola sorella.

Le mie giornate di ritiro e di preghiera, è con la Vergine Maria che le voglio trascorrere. Le domando di insegnarmi ogni giorno a saper dire “sì” e che mi aiuti a essere fedele e docile. Le chiedo soprattutto di aiutarmi a rimanere nascosta nel cuore di Dio, il mio Beneamato Signore Gesù, e ad amare sempre di più. Lei è sempre qui, senza sosta, per aiutarmi a raggiungere quest’amore completamente gratuito che mi chiede tutto».

fratel Marco jc