Presi dal Convegno di fratel Carlo con la pubblicazione di tutti gli articoli dei giorni scorsi, abbiamo omesso di dare la giusta importanza all’esito della spedizione dell’imbarcazione Irene verso la costa della Striscia di Gaza. Come detto, il gruppo di pacifisti ebrei hanno fatto rotta verso Gaza per rompere simbolicamente l’embargo che da anni rinchiude gli abitanti in una sorta di grande campo di concentramento, rendendo difficilissima se non impossibile la loro sopravvivenza. A 20 miglia dalla costa i partecipanti sono stati fermati, picchiati e portati nel porto di Ashdod.
Rimandiamo al racconto fatto dalla redazione di Infopal sul “naufragio” della spedizione e aggiungiamo i link ad un interessante articolo di fratel Paperoga (Andrea Bergamini, delle Famiglie della Visitazione) sulla situazione attuale dei “ghazawi”.
Caro Danilo, ti ringrazio per il tuo commento, anche se io non lo condivido molto. Sono certo della necessità di prudenza, ed è vero che la situazione è ben più complicata di quanto posso capire e sapere, ma quello che ho scritto credo sia sotto gli occhi di tutti. Non è necessario essere dei super esperti per riconoscere il peso che, ad esempio ha il mondo ebraico nella politica americana, o nell’informazione europea. Vivendo qui, le cose che ho detto, non sono riconosciute soltanto da chi è di parte, ma da chiunque abbia degli occhi per vedere. Con questo non sono schierato a priori con il mondo arabo, perchè ne riconosco tutti i pericoli e i difetti. Non manco mai di portare tutti gli amici che vengono a visitarci allo Yad Vashem (il museo dell’olocausto a Gerusalemme), ma non manco altrettanto di mostrare il muro e tutte le ingiustizie che qui si compiono anche da parte israeliana. Grazie comunque per la schiettezza e per leggermi nei miei articoli.