Ogni volta che ci si reca ad Assisi si ha l’impressione di mettersi in cammino per un vero e proprio pellegrinaggio, succede anche a chi ha la grazia di farlo con assiduità favorito dalla breve distanza e dalle varie circostanze. Magari esagero se affermo che pur visitando frequentemente la città e la tomba di san Francesco, il Poverello di Dio, ho sempre la sensazione di farlo per la prima volta!
Il sabato 4 giugno in mattinata, assieme ai fratelli, abbiamo partecipato alla «giornata per la vita consacrata». Il raduno di numerosi fratelli e sorelle appartenenti ai diversi ordini e congregazioni religiose presenti in Umbria non poteva avere una sede più significativa che il Sacro Convento di Assisi. La giornata è iniziata con la celebrazione delle Lodi mattutine, in basilica, e subito dopo ci siamo recati alla Sala romanica per ascoltare la relazione di Luigi Alici dell’Azione cattolica Italiana. L’incontro è stato presieduto da Mons. Domenico Cancian, vescovo di Città di Castello, assistito dai religiosi suoi collaboratori della Segreteria. Compito del Professor Alici è stato una riflessione sul documento della Cei «Orientamenti pastorali per il decennio 2010-2020: Educare alla vita buona del Vangelo». Pur sottolineando le sfide che la vita presenta agli uomini e le donne del nostro tempo, così come certe «strutture» che vorrebbero mettere in discussione persino l’esistenza dell’uomo, citando le parole di Benedetto XVI «Non ci sono tempi sfortunati per il Vangelo», Alici – da laico esperto delle cose del mondo – ha fatto emergere la bellezza di essere «liberi per amare» e ha incoraggiato caldamente tutti i consacrati e le consacrate a vivere fino in fondo la loro comune vocazione di saper diventare «la profezia di una radicalità evangelica sempre nuova».
I diversi interventi da parte dei partecipanti hanno fatto comprendere come tutti i cristiani guardano con una certa preoccupazione la situazione del mondo e la necessità quanto mai urgente di saper abbandonare l’io dell’uomo vecchio al noi dell’uomo nuovo fondato sulla rivelazione dell’Amore trinitario che è relazione, altruismo e dono d’amore reciproco.
fratel Oswaldo