La Quaresima rimane sempre il tempo voluto provvidenzialmente per riprendere coscienza delle esigenze molto concrete della nostra trasformazione nel Cristo.

Non ti capita qualche volta di percepire con acutezza sconcertante di condurre una doppia vita? Una è quella quotidiana fatta di varie sensazioni, rapporti sociali dei più vari, sentimenti, godimenti etc. Poi l’altra, quella che ci imponiamo in nome della fede, che ci coinvolge nelle realtà invisibili e preme sulla nostra coscienza morale. E questa seconda vita, in certi momenti, non ti appare quasi irreale, arbitraria, dato che è legata ad una libera decisione della nostra volontà?

Non meravigliarti di questa sensazione di doppia vita: la scelta della fede è che essa investa tutti noi e le nostre cose, è una scelta di ogni istante. Scegliere di vivere di fede non può essere mai una scelta definitiva; essa deve essere rinnovata, mantenuta mediante una certezza acquisita della superiorità della vita secondo Dio.

La Quaresima è “il tempo amabile” per una più profonda revisione di vita: che sia così per te e per me.

Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto”… Lascio a te di sbrigartela personalmente per risolvere tutti i problemi relativi a questa pagina di Matteo: come è possibile che Satana s’ingannasse sulla identicità del Messia? È possibile in Gesù una tentazione interna che impressioni la sua fantasia? È possibile che lo Spirito Santo lo spinga nella tentazione?

È un fatto che ogni momento più importante della vita del Signore è segnato da una situazione logistica di provvisorietà: la grotta di Betlemme, la fuga in esilio, il deserto, la strada, non sapere dove posare il capo etc. Mi sembra che non possiamo riuscire a fare vera revisione di vita se non usciamo da una certa sicurezza, da un certo rifugio, da anche quel minimo di assicurazione con cui abbiamo circondato la nostra vita.

Gesù inizia la sua vita apostolica nel deserto e la continuerà per trent’anni lungo la strada, la strada degli uomini, condividendo con loro tutte le incertezze, le attese, le preghiere…

Anche i “suoi” Gesù disperderà per le strade e per i deserti del mondo, obbligandoli a vivere in disparte e dirà così come vuole ogni suo seguace e come vuole tutta insieme la  sua Chiesa: comunità pellegrina sulla terra, che  segue il cammino del primo popolo eletto attraverso il deserto, fiduciosa non in se stessa, ma solo nella promessa del suo Signore.

Ecco allora che Dio in questi tempi ha riportato, come tante altre volte, la sua Chiesa sulla strada del deserto: essa non ha più sfacciata sicurezza delle sue dottrine, nella sua morale, nella sua organizzazione esterna ed è perciò costretta a fidarsi maggiormente del Padre e tornare alla essenzialità del Vangelo. È l’unico modo per smetterla di confidare nelle nostre capacità che nel silenzio di Dio; del nostro potere più che dell’imprevisto di Dio; della potenza dell’uomo che della “debolezza” di Dio.

Vedi come inizia realisticamente il nostro esame quaresimale? Se non ci lasciamo condurre dallo Spirito nel deserto, se non tagliamo i legami con la nostra prosopopea, se non torniamo nella diaspora, nella dispersione, se non accettiamo il faticoso cammino di tutti, insieme a tutti, come Gesù, non ci sarà per noi risurrezione, passaggio, liberazione. E le tentazioni? Un collegamento sarebbe possibile.

fratel Gian Carlo jc