Il tempo è volato e i giorni della presenza di Gian Carlo tra noi a Nazaret si sono esauriti. La vera occasione di commiato è stata la grande e sontuosa cena che il carissimo amico Khaled di Nazaret ci ha preparato in casa sua e alla presenza di tutta la sua famiglia.



Nonostante i ripetuti inviti a far le cose in modo sobrio e misurato, l’occasione si è svolta in pieno stile arabo, dentro uno spirito di accoglienza tipico da queste parti. I preparativi con i piatti che si sono susseguiti, sono uno dei modi che gli arabi usano per dire grazie. E “grazie” è stata una delle parole più usate nello scorrere del tempo a casa dei nostri amici. “Abu Khaled” (il papà) ha condito il pasto con diversi discorsi nei quali esprimeva la sua più grande gratitudine per il ritorno a casa del figlio (dopo due mesi trascorsi a Sassovivo) e per la presenza in casa sua di tutta la comunità nazaretana arricchita da Gian Carlo. “La vostra presenza è per me motivo di grande gioia che rende più forte la nostra famiglia”; questo uno dei messaggi che ci ha voluto lasciare per l’occasione. E ci ha ammonito dicendo che “sarà impossibile per i fratelli e per Gian Carlo in particolare passare da Nazaret senza visitare la mia casa”.

“Grazie” è ancora la parola che risuona dentro di noi per queste settimane trascorse assieme perché, come detto, trovarsi tra fratelli è un motivo per ri-trovarsi, per ri-conoscersi e per riscoprire il senso della nostra vita. Se, come detto più volte allo scorso capitolo generale, ogni volta che si incontra un fratello è Pasqua, poter vivere assieme ai fratelli per un periodo consistente, condividendo semplicemente la vita, è l’occasione per assaporare la gioia pasquale dell’incontro con il Risorto che è il senso della nostra vita e del nostro essere Piccoli Fratelli.

fratel Marco